RomaNon solo il «Minzo» con il suo Tg1, adesso anche il Tg3 ha le sue gatte da pelare. Gatti, anzi, e sei per lesattezza. I due, «uno bianco e nero, laltro grigio e un po malandato», che il Pontefice troverà in vacanza a Les Combes, e i quattro che, secondo il vaticanista del telegiornale della terza rete Rai, «hanno ancora il coraggio e la pazienza di ascoltarlo». Il gioco di parole riesce male, la battuta ancora peggio. In compenso il servizio andato in onda laltra sera, alla partenza di Ratzinger dal Vaticano, provoca un piccolo grande caso politico-mediatico-diplomatico, con lirritazione della Santa Sede, la protesta di Giorgio Merlo, commissario pd della Vigilanza, che parla di «deriva anticlericale», le scuse del direttore del Tg3, limbarazzo del Pd e persino la precisazione del sindaco valdostano Osvaldo Naudin: «Non ci sono gatti nello chalet. La zona è off-limits pure per gli animali».
Attacco laicista? Offese al Santo Padre? Forse solo una colossale gaffe. Risentendo il nastro, ci si accorge che Roberto Balducci probabilmente intende fare soltanto un «pezzo» leggero, di colore: «Domani Papa Ratzinger andrà in vacanza, dove lo attende il fresco delle montagne, un ombrellone, un barbecue e due gatti, uno bianco e nero, laltro grigio e un po malandato che gli strapperanno un sorriso, almeno quanto i proverbiali quattro gatti, forse un po di più, che hanno ancora il coraggio e la pazienza di ascoltare le sue parole». Magari il giornalista vuol dire che al Pontefice bisogna dare più attenzione, che i suoi appelli non vengono sempre raccolti. Ma il messaggio che viene fuori è lesatto contrario.
«Il Tg3 simpegni in una linea di rispetto e di attenzione per la Chiesa e la figura del Santo Padre», commenta padre Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. Ma a quel punto Antonio Di Bella ha già preso le distanze dal suo redattore. Il direttore spiega di aver «richiamato formalmente il vaticanista dopo il pezzo di ieri e prima di qualsiasi polemica». Il giornalista, riferisce Di Bella, ha spiegato che nelle sue parole non vi era «alcun intento offensivo e che cè stato un equivoco, perché lui non aveva alcuna intenzione di irridere il Pontefice». Daltronde, aggiunge, «la linea editoriale del Tg3 è stata sempre caratterizzata da grande attenzione e rispetto per il Vaticano.
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