Altro che Pigs, è incubo Francia. Titoli di Stato già sotto attacco

Mentre i collocamenti di Btp italiani sono sommersi dalle richieste i Bot transalpini subiscono vendite e rendimenti ai massimi dal 2011

Altro che Pigs, è incubo Francia. Titoli di Stato già sotto attacco
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La prossima settimana sarà cruciale per la Francia. Lunedì 8 settembre l'Assemblea nazionale deciderà se accordare a mone la fiducia a François Bayrou. I pronostici sono cupi, con i partiti all'opposizione pronti a far cadere il governo e il totonomi sul possibile nuovo premier. Due giorni dopo, il 10 settembre, è prevista la manifestazione Blocchiamo tutto! organizzata da gauche e sindacati che puntano appunto a bloccare il Paese anche con auto-confinamenti, boicottaggi, disobbedienza civile e blocchi stradali. Il 12 settembre arriverà il primo giudizio delle agenzie di rating con Fitch (AA-) che già a marzo aveva ipotizzato il fallimento del governo Bayrou e lo scenario di elezioni anticipate nella seconda metà del 2025. Il rischio di declassamento è, dunque, molto concreto.

Ieri, intanto, si è accesa un'altra spia sul cruscotto di Emanuel Macron: il costo del denaro a lungo termine della Francia è balzato al livello più alto dal novembre del 2011, ovvero nel pieno della crisi del debito sovrano nell'Eurozona. Il rendimento dei titoli di Stato trentennali ha superato il 4,5%, in aumento rispetto al 4,45% registrato alla chiusura delle contrattazioni di lunedì scorso. Lo spread tra Oat francesi e Bund tedeschi è a quota 80 punti, solo 12 punti in meno rispetto allo spread tra i Btp italiani e le obbligazioni di Berlino. Anche il rendimento dei titoli di Stato francesi a 10 anni è in aumento, raggiungendo il 3,58% e avvicinandosi allo stesso livello dell'Italia, a lungo considerata un Paese in ritardo in termini di bilancio in Europa. Ma che ora è stata costretta ad ammetterlo anche la presidente della Bce, Christine Lagarde si trova vicina al 3% di deficit sul Pil e perciò uscirà presto dalla procedura d'infrazione. Proprio ieri il Tesoro ha collocato 18 miliardi di Btp, di cui 13 miliardi a 7 anni e 5 miliardi a 30 anni, raccogliendo una domanda complessiva superiore ai 218 miliardi, di cui 110 miliardi sul settennale e 108 miliardi sul trentennale.

Con la caduta del governo Bayrou e l'assenza di un bilancio 2026 approvato, il budget 2025 della Francia potrebbe essere congelato, aumentando leggermente il deficit 2026 rispetto alle previsioni della Commissione Ue. Il ministro delle Finanze, Eric Lombard, ha persino ipotizzato che la Francia possa ricorrere all'Fmi, così come potrebbe essere attivato il Mes. Ma in entrambi i casi sarebbero necessarie riforme strutturali, impossibili con un parlamento frammentato.

Sul fronte politico, ieri Macron ha invitato a pranzo all'Eliseo il primo ministro Bayrou e i leader delle principali forze alleate (gli ex premier Edouard Philippe, oggi a capo di Horizons, Gabriel Attal di Renaissance e Bruno Retailleau de Les Republicains. L'obiettivo di Macron è ampliare la maggioranza relativa all'Assemblea nazionale per includere il Partito Socialista.

Sempre ieri Bayrou ha ricevuto il leader di sinistra, Raphael Glucksmann, e il Rassemblement National con Marine Le Pen e il suo delfino Jordan Bardella che chiedono lo «scioglimento ultrarapido» del Parlamento, confermando che l'8 settembre voteranno la sfiducia del primo ministro. Nel frattempo, è già arrivata la sfiducia del mercato con spread sovrani più ampi che incidono sui costi di rifinanziamento delle banche francesi.

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