Economia e finanza

Una stangata da 20 miliardi: i falchi Ue preparano il ritorno del rigore

La proposta tedesca sul patto di stabilità chiede un taglio del debito paragonabile al Pil. Per l'Italia si rischia una stangata da 19-20 miliardi di euro l'anno. E torna l'asse tra Berlino e l'Olanda

Una stangata da 20 miliardi: i falchi Ue preparano il ritorno del rigore

La Germania torna in pista per chiedere più rigore e stretta sulle condizionalità in risposta alla riforma europea del Patto di Stabilità presentata dopo l'Ecofin del 14 marzo. Berlino, su pressione del "falco" titolare delle Finanze, Christian Lindner dei Liberali, ha presentato il suo documento politico per le nuove regole europee. Un manifesto che pare una duplice concessione di Olaf Scholz e del suo Partito Socialdemocratico ai partner di coalizione, Liberali e Verdi: sì al rigore e a un sentiero stretto di rientro dai deficit accumulati durante la pandemia, ma con condizionalità e flessibilità mirate alla transizione verde e digitale.

Per Berlino la proposta europea, che affidava alla Commissione una supervisione sulle prospettive di deviare dai regolamenti del Patto di Stabilità per tagliare di un ventesimo il deficit eccedente il target del 60% annuo, non era sufficiente. Servono, a detta della Germania regole più certe. Partendo da un tracciato di rientro chiaro degli extra-deficit e da un taglio del debito pubblico dell'1% del valore di ogni economia ogni anno. Il che, in un contesto politico complesso come quello attuale, significa aumentare la quota di riduzione del deficit oltre il tasso di crescita del Pil. Per l'Italia, tagliare dell'1% il debito ogni anno vorrebbe dire ridurre di 19-20 miliardi di euro ogni anno le uscite dello Stato. "Tagliando" per i due terzi del valore di una legge di Bilancio ordinaria le spese.

Lindner, nota il Financial Times, chiede regole messe nere su bianco e senza eccezioni che non siano legate, di fatto, agli obiettivi di Next Generation Eu, come transizione green e digitale. I cui investimenti andrebbero scorporati dal deficit e non calcolati nel dato inviato a Bruxelles nell'analisi delle manovre di bilancio. Il leader dei Liberali in passato, ricorda il Ft, "è stato scettico sul lasciare alla Commissione il compito di elaborare e supervisionare tali piani bilaterali. Il ministero delle finanze tedesco è stato storicamente diffidente nei confronti del ruolo della Commissione come esecutore delle regole fiscali, data la clemenza che ha mostrato in passato nei confronti dei deficit di bilancio e degli sforzi di riduzione del debito di paesi come la Francia".

Ora la reazione al documento europeo del 14 marzo ha prodotto un irrigidimento iper-austeritario. Berlino mira a produrre per il post-guerra in Ucraina, il post-crisi energetica e il post-pandemia un ritorno della situazione al contesto precedente il 2020. In cui la Germania giocava a suo favore con le regole per poter promuovere una corsa alla deflazione interna del Vecchio Continente funzionale al potenziamento della sua capacità esportatrice e commerciale. Oggi Lindner e il governo Scholz vogliono la botte piena, cioè un controllo delle finanze comunitarie, e la botte ubriaca, cioè lo scorporo di quel tipo di investimenti più funzionali al potenziamento della competitività tedesca e nordica. Un classico esempio di ristrutturazione delle regole e delle proposte che la Germania fa pro domo sua.

Euarctiv parla del rischio di un ritorno dell'austerità per l'Europa. Invece su Euronews si parla della sintonia ritrovata tra Germania e Olanda, il Paese capofila del rigore, sulla proposta di Lindner. La testata segnala le parole del ministro delle Finanze olandese, Sigrid Kaag, la quale ha dato il suo sostegno all'idea di un "riferimento numerico comune" per i tagli al debito dei Paesi europei al Financial Times. Obiettivo: una riduzione del debito "tangibile e misurabile". Quello che i falchi di ritorno chiedono e che vogliono l'Ue conceda. La battaglia per la riforma del Patto di Stabilità si riapre.

E si inizia a evocare un preoccupante ritorno al passato.

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