
Nuovo scontro durissimo tra il presidente Usa Donald Trump e il capo della Federal Reserve Jerome Powell, ripetutamente preso di mira (per non dire insultato) dalla Casa Bianca perché non taglia i tassi di interesse velocemente come auspicato dal tycoon.
Intervenendo alla tavola rotonda dei governatori sulla politica monetaria al Forum di Sintra (Portogallo), non è mancata una frase che, siamo certi, farà imbufalire Trump. "Se non ci fossero stati i dazi di Trump, avremmo già tagliato di nuovo i tassi". Non potrà non esserci una reazione durissima, anche se Trump più di una volta gli ha già dato dello stupido. "Non commentiamo la politica fiscale - ha aggiunto Powell - ma ripeto quello che anche i miei predecessori hanno detto e cioè che il percorso fiscale non è sostenibile, il livello del debito lo è ma il percorso non lo è e prima o poi dobbiamo affrontare questo problema".
"Una maggioranza solida nel comitato di politica monetaria si aspetta che sia tempo di iniziare tagliare più avanti quest'anno i tassi. Dipenderà dai dati che monitoriamo, cosa succede all'inflazione e cosa no e anche nel mercato del lavoro, eventuali segnali di debolezza", ha spiegato Powell, che ha poi risposto in questo modo alla domanda se luglio sarà il mese giusto per tagliare: "Non saprei, dipenderà dai dati, non posso togliere o inserire un mese specifico sul tavolo".
"Sono concentrato sul fare il mio lavoro e sull’utilizzare gli strumenti che ci sono stati messi a disposizione dal Congresso per conseguire il nostro obiettivo di stabilità dei prezzi", ha aggiunto il capo della Fed in risposta a una domanda sulle continue critiche che riceve da Trump per la sua estrema cautela nel tagliare i tassi di interesse. "Ci sono cose che contano, ovvero usare i nostri strumenti per raggiungere gli obiettivi che il Congresso ci ha dato: massima occupazione, stabilità finanziaria. Ed è su questo che ci concentriamo, al cento per cento", ha ribadito Powell. Sulla questione è intervenuta anche la presidente Bce Christine Lagarde: "Credo di parlare a nome di tutti i banchieri centrali e faremmo tutti la stessa cosa".
"Ho ancora 10 mesi di mandato - ha aggiunto Powell - e quello che spero di poter fare è di passare al mio successore un’economia in buona forma con un’inflazione sotto controllo. Mi chiedo se siamo sulla strada giusta per farlo e come riuscirci".
Il capo della banca centrale Usa ha assicurato di non voler alimentare lo scontro politico. Alla Fed, afferma Powell, "tentiamo di dare la massima stabilità macroeconomica e finanziaria, a beneficio di tutti. Se vogliamo farlo con successo, dobbiamo farlo in un modo completamente non politico, il che vuol dire che non prendiamo parte, non mettiamo gli uni contro gli altri. Restiamo fuori da questioni che non sono nel nostro campo". Ed ha aggiunto: alla banca centrale "ci concentriamo sulle cose" importanti per l'economia, "così i decisori politici possono prendere le decisioni davvero importanti in un contesto stabile".
Legge fiscale, al Senato ok grazie al voto di Vance
Il Senato Usa ha approvato il mega disegno di legge di bilancio del presidente Trump, partorito dopo giorni di negoziati e una sessione-maratona di emendamenti. Decisivo, per rompere l'impasse, è stato il voto del vicepresidente, JD Vance. La proposta ha ricevuto 51 "si" e 50 "no". La parola ora passa alla Camera, che potrebbe bocciare il disegno di legge. I senatori repubblicani Susan Collins del Maine, Rand Paul del Kentucky e Thom Tillis della Carolina del Nord si sono uniti ai democratici e hanno votato no. Oltre a prorogare i tagli fiscali varati da Trump nel 2017, la legge include versioni ridotte delle priorità elettorali del presidente, come lo stop alla tassazione sulle mance, mentre revisiona i programmi di sicurezza sociale e prevede nuove spese per il controllo del confine col Messico e le politiche anti immigrazione illegale e il Pentagono.
La legge inoltre aumenta il tetto del debito federale di 5.000 miliardi di dollari. Il provvedimento entro il 4 luglio, come auspicato da Trump, potrebbe arrivare alla firma del presidente.