Economia e finanza

Licenziamenti e crack bancari: così il modello Silicon valley è andato in crisi

Nel solo 2022, sono state 160 mila le persone licenziate in tutto il mondo nel settore hi-tech. La Silicon Valley, patria delle Big Tech, rappresenta ormai un modello in profonda crisi

Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook
Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook

Tra clamorosi crack bancari - vedi Svb - e licenziamenti di massa, le Big Tech della Silicon Valley stanno attraversando la crisi più dura e profonda da quando sono nate. Meta, la società di Mark Zuckerberg proprietaria di Facebook e Instagram, sta per licenziare altri 10 mila lavoratori, segnando così il secondo round di tagli di posti di lavoro annunciati dal gigante della tecnologia in soli quattro mesi.

Gli ultimi licenziamenti, annunciati martedì, riporta la Cnn, arrivano dopo che Meta ha dichiarato a novembre che stava per tagliare circa il 13% della sua forza lavoro, pari a circa 11 mila posti di lavoro. Il 14 marzo, in un post su Facebook, il Ceo Mark Zuckerberg ha affermato che i licenziamenti avverranno "nei prossimi due mesi". "Prevediamo di annunciare ristrutturazioni e licenziamenti nei nostri gruppi tecnologici alla fine di aprile, e poi nei nostri gruppi aziendali alla fine di maggio", ha scritto. "Complessivamente, prevediamo di ridurre le dimensioni del nostro team di circa 10.000 persone e di chiudere circa 5.000 posizioni aperte", ha affermato Zuckerberg.

La crisi delle Big Tech della Silicon Valley

A settembre 2022, Meta poteva contare su un organico di 87.314 persone. Con il licenziamento di 11.000 persone risalente allo scorso novembre a novembre e quello di altre 10.000 annunciato martedì, l'organico diventerà di 66.000 dipendenti, con una riduzione del personale di circa il 25% in pochissimi mesi. Ma Meta non è l'unica azienda della Silicon Valley ad affrontare un periodo che definire "difficile" è un eufemismo.

All'inizio di quest'anno, infatti, Amazon, Alphabet, società madre di Google, e Microsoft, oltre a Twitter, hanno tutte confermato importanti tagli al personale che hanno avuto come conseguenza il licenziamento di migliaia di posti di lavoro. Ma a cosa è dovuta questa crisi? A una molteplicità di fattori. Come ha spiegato lo stesso Zuckerberg, Meta aveva quasi raddoppiato il proprio organico tra marzo 2020 e settembre dello scorso anno, poiché l'emergenza pandemica aveva improvvisamente portato a un aumento della domanda di servizi digitali. Tuttavia, la situazione è cambiata non appena le restrizioni dovute alla pandemia si sono allentate e le persone sono tornate alle loro vite e alla "normalità".

Se ci aggiungiamo la crisi globale dovuta alla guerra in Ucraina e l'inflazione, il dado è tratto. "L'economia mondiale è cambiata, le pressioni competitive sono aumentate e la nostra crescita è rallentata considerevolmente", ha scritto. "A questo punto, penso che dovremmo prepararci alla possibilità che questa nuova realtà economica continui per molti anni", ha aggiunto Zuckerberg. Perché quel "reset" delle nostre vite come avevano scommesso le grandi aziende alla fine non c'è stato.

160 mila persone licenziate in un anno

Quello che un tempo era il settore in cui i giovani tutti volevano lavorare, ora è dominato da un clima di profondo e diffuso pessimismo oltre che dall'incertezza sul futuro. "È terribile", racconta un lavoratore degli uffici Meta di Londra all'Evening Standard, che desidera rimanere anonimo. "Le persone vogliono essere qui perché hanno bisogno di lavoro, ma i loro colleghi sono stati licenziati e sanno che potrebbero essere i prossimi". In complessivo, nel solo 2022, sono circa 160.000 le persone che hanno perso il lavoro nell'ambito del settore hi-tech in tutto il mondo, secondo Layoffs.fyi.

Per Nathalie Collins, docente aggiunto presso la scuola di economia e diritto della Edith Cowan University nell'Australia occidentale, i licenziamenti di massa sono inevitabili per le grandi aziende dopo la "sbornia" del Covid. Abbiamo pensato, sottolinea, che durante la pandemia avremmo vissuto le nostre vite online per sempre. "Le aziende tecnologiche di sono impegnate in una guerra per accaparrarsi talenti. C'erano così tanti soldi in giro che il metaverso si pensava potesse diventare una realtà".

Così non è stato e ora le aziende della Silicon Valley devono riflettere sul loro "core business" e su come non essere inghottite da una crisi che sembra tutto fuorché passeggera.

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