
Il presidente Donald Trump sostiene che i dazi imposti ai partner internazionali potrebbero generare un “dividendo” economico per la popolazione americana, con benefici tangibili soprattutto per le fasce a reddito medio e basso. "Potremmo distribuire un dividendo ai cittadini del nostro Paese, direi che potremmo distribuire un dividendo sia alle persone con un reddito medio che a quelle con un reddito basso", ha detto Trump ai giornalisti prima di salire sull'Air Force One dopo aver lasciato il suo golf club nel New Jersey.
"La buona notizia è che i dazi stanno portando miliardi di dollari negli Stati Uniti!", ha affermato poi il presidente sui social media poco dopo che un rapporto sull'occupazione ha mostrato segnali di tensione nel mercato del lavoro. Gli analisti prevedono che i dazi, se mantenuti in vigore, potrebbero generare entrate aggiuntive per oltre 2.000 miliardi di dollari nel prossimo decennio. Gli economisti sperano in larga maggioranza che ciò non accada e che gli Stati Uniti abbandonino le nuove barriere commerciali. Tuttavia, alcuni riconoscono che lasciarsi sfuggire un flusso di entrate così consistente potrebbe rivelarsi difficile.
Nel frattempo, le principali piazze finanziarie europee aprono la settimana in rialzo, tentando di scrollarsi di dosso la debolezza dei giorni scorsi, culminata con un venerdì di pesanti ribassi. Gli investitori restano cauti in una giornata priva di rilevanti dati macroeconomici, focalizzandosi su due fattori chiave: l’avvio della stagione delle trimestrali e le tensioni commerciali. Il 7 agosto entreranno infatti in vigore nuovi dazi statunitensi del 15% contro l’Unione Europea.
Le ultime dichiarazioni di Trump giungono nel bel mezzo dei negoziati commerciali globali ancora in corso, con gli Stati Uniti che hanno finalizzato diversi accordi ma sono ancora in trattative con diversi paesi, tra cui l'India. Gli Stati Uniti hanno imposto dazi del 25% sulle esportazioni indiane, con un impatto potenziale su circa la metà degli 86 miliardi di dollari di esportazioni annuali dell'India verso gli Stati Uniti. Tuttavia, settori chiave come quello farmaceutico, dell'elettronica e dei prodotti petroliferi sono rimasti esenti da questi dazi. Sebbene Nuova Delhi continui a impegnarsi in discussioni commerciali con Washington, ha chiarito che non ci saranno compromessi su settori critici come l'agricoltura, i prodotti lattiero-caseari e i prodotti geneticamente modificati. È previsto un sesto round di negoziati, con l'arrivo di una delegazione commerciale statunitense in India previsto per il 25 agosto.
Dal Giappone, intanto, il primo ministro Shigeru Ishiba si è detto disponibile a un confronto diretto con Trump per garantire l’attuazione rapida dell’accordo sulle tariffe automobilistiche. Durante una sessione parlamentare, Ishiba ha difeso la scelta di non firmare un’intesa ufficiale a luglio con Washington, affermando che un documento formale avrebbe potuto rallentare il processo di riduzione dei dazi. "Trump non è un negoziatore convenzionale", ha detto Ishiba. "Può riscrivere le regole in corsa". Riferendosi al debito e ai rapporti con la Cina, Ishiba ha aggiunto: "Avremmo dovuto agire molto prima.
Durante il mio primo mandato ho affrontato la questione con Pechino. Ma il Covid ha congelato il resto. Non potevamo certo andare in Europa a parlare di dazi mentre la Cina ci avrebbe garantito entrate per centinaia di miliardi. È Biden ad aver compromesso tutto".