da Roma
Crescita quasi piatta delleconomia italiana nel secondo trimestre di questanno: lIstat conferma che nel periodo aprile-giugno il Pil è cresciuto di un impercettibile +0,1% nei confronti del trimestre precedente. Su base annua, rispetto allo stesso trimestre 2006, la crescita è dell1,8%. Un brusco rallentamento rispetto al 2,3% tendenziale del primo trimestre. La previsione governativa di una crescita 2007 del 2% è, nei fatti, da riporre nel libro dei sogni.
Un brusco risveglio, che diventa ancora più preoccupante analizzando le componenti di questo 0,1%. Infatti, il risicatissimo segno positivo è dovuto alla tenuta dei consumi delle famiglie italiane (+0,6%), mentre segnano clamorosamente il passo le esportazioni (-1% nei confronti del primo trimestre). Male anche gli investimenti fissi lordi, aumentati di un misero 0,1%. La crescita già conseguita per questanno, dice ancora lIstat, è dell1,5%. Le previsioni di fine anno non si discostano da un deludente 1,8%.
Sono dunque i consumi interni ad aver tenuto a galla leconomia nel corso della primavera. È avvenuto il contrario di quanto gli analisti si attendevano, cioè un calo dei consumi delle famiglie e un aumento delle esportazioni e degli investimenti da parte delle imprese. Guardando ai diversi settori, va molto male lagricoltura (-2,4% rispetto al primi trimestre 2007), va maluccio lindustria (-0,3%) e male le costruzioni (-1,1%). Si salvano i servizi (+0,5%), con una punta dello 0,8% nel comparto banche, assicurazioni, attività immobiliari e servizi professionali.
Le organizzazioni del commercio non gioiscono, tuttaltro, per la tenuta dei consumi interni. La Confcomercio spiega che si sono registrate variazioni positive soltanto per i beni durevoli, in particolare nel settore delle auto («è in atto un forte rinnovo del parco vetture delle famiglie italiane»), mentre sono andate male le vendite di beni semidurevoli e non durevoli: in particolare, in questultimo comparto, si è registrato un andamento deludente degli alimentari. Per la Confesercenti, «il rallentamento del Pil è da prendere molto sul serio». La partita si gioca adesso sulla Finanziaria, dice lassociazione dei commercianti, «e il governo deve dare risposte convincenti sotto forma di sostegno alle imprese e incentivi allexport e allinnovazione».
La frenata primaverile viene addebitata non soltanto alla congiuntura internazionale ma anche alleffetto recessivo della prima manovra Prodi.
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