Economia Segnali di ripresa per le imprese

Segnali di ripresa per l’economia del Lazio: è quanto emerge dalle anticipazioni sull’indagine congiunturale di Unioncamere Lazio-Censis. «La rilevazione effettuata nelle prime due settimane di settembre su un campione di 600 imprese del Lazio - spiega Andrea Mondello, presidente di Unioncamere Lazio - evidenzia qualche segnale di ripresa rispetto alla fase recessiva registrata nel corso dell’ultimo anno. A partire dal secondo quadrimestre del 2009, pur con molte cautele, è possibile intravedere nel sistema produttivo regionale, una inversione di tendenza». Per quanto riguarda la fase congiunturale, aumentano nei secondi quattro mesi le aziende che dichiarano un «ridimensionamento» rispetto ai primi quattro mesi: si passa dal 26,6 per cento di gennaio-aprile al 30,9 per cento di maggio-agosto; aumentano però anche le aziende che dichiarano una crescita (dal 7,5 per cento al 9,2) e quelle che denunciano un consolidamento (dall’11,7 per cento al 20,8). Crollano invece le aziende che denunciano una stazionarietà (dal 54,2 del primo quadrimestre al 39,0).
Nel dettaglio dei vari settori, è l’agricoltura quello che ha una maggiore percentuale di aziende in crescita (il 12,5 per cento), seguita dall’edilizia (10,5), dal commercioe dai servizi (entrambi al 9,0) e dal manifatturiero (ultimo con l’8,0). Ma l’agricoltura è anche il settore con la maggiore percentuale di ridimensionamento (il 40,0), seguito da manifatturiero (37,7), commercio e servizi (33,7) e dall’edilizia (31,7).
Sono in timido aumento anche gli indici sintetici, che riassumono i principali dati economici in un numero che va da 1 (difficoltà) a 5 (espansione). La produzione passa dal 2,52 del primo quadrimestre 2009 al 2,69 (ma nel terzo quadrimestre 2008 era al 2,91). Il fatturato passa da 2,49 a 2,68 (ma era al 2,88 a fine 2008). Gli ordini passano da 2,50 a 2.74 (ma erano al 2,87 a fine 2008). I nuovi occupati passano da 3,29 a 3,44, superando anche i dati del 2008.


Infine la fiducia nel futuro: il 57,1 per cento degli imprenditori hanno aspettative negative sulla congiuntura economica della propria provincia, il 57,8 su quella del Lazio e il 59,1 su quella italiana. Insomma, più cresce la scala, più aumentano le ansie.

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