2013, anno fondamentale per i mercati

La crescita mondiale sarà ancora debole, ma il 2013 è un anno fondamentale per i mercati, guardando al 2014

La crescita mondiale sarà ancora debole, ma il 2013 è un anno fondamentale per i mercati, guardando al 2014. Fabrizio Quirighetti, capo economista dei fondi Oyster (Banque Syz), prevede ancora recessione in Europa nel primo semestre, con un rallentamento nel centro Europa, e stagnazione nel secondo semestre, senza miglioramenti nei Paesi periferici. Gli Stati Uniti – che sono alle prese con fiscal cliff, ripresa del mercato immobiliare, indipendenza energetica e reindustrializzazione - non vedranno quest’anno crescere il proprio Pil, ma possono già intravedere una luce alla fine del tunnel. I mercati emergenti registreranno una lieve ripresa, senza forte slancio.

Lo scenario è dominato da un mix di fattori preoccupanti: crescita debole, debito consistente, comportamento delle politiche monetarie e fiscali che, a corto di munizioni, agiscono come una scatola cinese. Attualmente anche gli eventi politici sono una parte del problema. Come fattori positivi l'economista cita l’assenza di eccesso di scorte, di investimenti, di lavoro e di credito, che limitano il rischio di un aggiustamento al ribasso della produzione nel caso in cui non si verifichino shock esogeni. L’obiettivo di sanare i conti pubblici frena la crescita. Dove sarà la ripresa se si entra in recessione? Si chiede Quirighetti. La paura potrebbe tornare in qualunque momento, tuttavia le istituzioni, soprattutto in Europa, hanno riacquisito credibilità, ridotto i motivi di incertezza e preso parte al processo di contenimento del rischio sistemico.

I mercati emergenti appaiono in lieve ripresa dopo un calo moderato, mentre il rischio di deflazione è diminuito.

L’inflazione è tuttora una possibilità, ma solo se si comincia a vedere la fine della crisi: quindi per uno-due anni – dice l’economista – non dovrebbero esserci problemi, nemmeno nei Paesi emergenti. Come approccio ai mercati finanziari, il gestore di Oyster Roberto Magnatantini segnala i titoli azionari ad alti dividendi come il miglior ingresso nel mercato equità.

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