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«3» punta 300 milioni sui super-cellulari 4G

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I servizi mobili a banda ultralarga di «3 Italia» partono da Acuto. In controtendenza rispetto agli altri operatori, che hanno scelto grandi città come Milano e Roma per lanciare i servizi con rete Lte di quarta generazione, l'operatore Umts, guidato da Vincenzo Novari ha preferito un piccolo borgo della Ciociaria in provincia di Frosinone. Una scelta forse coerente con l'idea che Lte possa essere una pedina importante per ridurre il cosiddetto «digital divide» tra chi può accedere a una rete a banda larga e chi invece, come gli abitanti di piccoli paesi, no. «3» ha già dichiarato che il piano per la rete Lte proseguirà di pari passo tra grandi città e piccoli centri che arriveranno a quota 40 entro la fine del 2013, ma questa scelta potrebbe essere stata dettata anche da questioni di carattere tecnico: «3» non ha acquistato le frequenze a 800 Mhz, le più care dell'asta effettuata dal governo, e dunque nelle grandi città, avendo a disposizione solo le frequenze a 1800 Mhz, potrebbe trovare qualche difficoltà di copertura specialmente indoor. Per questo potrebbe aver spostato il tiro sui piccoli centri, dove è più facile far funzionare la rete avendo solo altre frequenze a disposizione. In questo momento però tutti i gestori sono pari in quanto le preziose frequenze a 800 Mhz non sono per ora disponibili essendo ancora occupate dalle tv locali.
E dunque Vodafone, presente con Lte in due città Roma e Milano e Tim in procinto di commercializzare il servizio da dopodomani oltre che nella capitale e nel capoluogo lombardo anche a Napoli e Palermo, sono partite in punta di piedi. Per Lte insomma, che in Europa è una realtà importante solo in Germania mentre in Gran Bretagna gli operatori stanno ancora aspettando l'asta frequenze, per ora non ci sono stati lanci commerciali in grande stile nonostante l'alto costo delle frequenze stesse: circa 1,2 miliardi di euro per Tim e Vodafone, qualcosa meno per Wind mentre «3», non comperando le frequenze a 800Mhz, ha speso poco più di 300 milioni.
Certo che gli investimenti dei cinesi di Hutchison Wampoa nel nostro Paese, da quando è iniziata l'avventura di «3», sono stati ingenti. «Oltre 10 miliardi di euro» - ha ricordato Novari. E dato che altri 200-300 milioni di euro sono previsti per Lte ieri, anche il ministro dell'Economia Corrado Passera ha partecipato al lancio di Acuto.
«Entro l'anno - ha detto Novari- lanceremo il servizio a Milano e Roma e in parallelo collegheremo piccoli paesi». Secondo Novari inoltre, riprendendo un'idea di Maximo Ibarra ad di Wind, una rete unica per Lte in comune con gli altri gestori sarebbe auspicabile. «Con 1,5-2 miliardi di euro si potrebbe collegare tutta l'Italia e finalmente superare il digital divide» - ha spiegato l'ad di «3 Italia».


Quanto a Wind pare essere l'unico gestore a non avere fretta di lanciare i servizi Lte. «Partiremo non appena le frequenze saranno disponibili in un quadro normativo chiaro e definitivo» - ha spiegato un portavoce della società. E dunque all'inizio dell'anno prossimo.

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