Ma 500mila posti di lavoro sono a rischio

Roma. Un’immagine in chiaroscuro. È quella che emerge dal Rapporto del Cnel sul mercato del lavoro. Se per i tecnici dell’istituto presieduto da Antonio Marzano «la crisi sembra mostrare segnali di attenuazione e vi sono indicatori che appaiono rivelare una ripresa, sia pure lieve, dell’attività economica», dall’altro lato la crisi continuerà a far sentire i suoi effetti negativi anche nei prossimi mesi.
Non solo in termini di caduta del Pil (atteso tra il meno 5,7 e il -4,7% quest’anno), ma anche per la perdita dei posti di lavoro. Il numero dei disoccupati, secondo il Cnel, potrebbe aumentare nel 2009 tra le 270mila e le 460mila unità, mentre sono a rischio tra i 350mila e i 540mila posti di lavoro (tra 620mila e 820mila se misurati in termini di unità lavorative annue).
Per questo motivo l’organo costituzionale è tornato a chiedere una riforma degli ammortizzatori sociali che tenga conto di diverse istanze: da un lato la sostenibilità finanziaria e dall’altro il rafforzamento delle azioni di formazione e orientamento per indirizzare le persone in cerca di occupazione verso settori a maggior potenziale di sviluppo.
Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, non è dello stesso avviso. «Abbiamo temuto il peggio del peggio - ha detto nel corso del suo intervento alla presentazione del Rapporto - ma oggi il peggio del peggio del peggio è alle nostre spalle». Il ministro ha sottolineato che la prossima fase sarà «difficile» e «impegnativa».

Per questo motivo, rivolgendosi al Cnel e a Bankitalia, ha escluso una modifica degli ammortizzatori nel breve pur mostrando disponibilità a sedersi al tavolo «per riflettere insieme sulla costruzione domani di una riforma strutturale e sulle modalità immediate per accompagnare reddito a vera formazione».

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