Via libera al riassetto di Edison, anche se la parola fine sarà scritta domani dallassemblea di Delmi. È slittata al 7 maggio, infatti, la tappa finale della maratona di riunioni che ieri ha sancito il divorzio tra Edf e la holding dei soci italiani guidata da A2A e Iren, arenatosi meno di un mese fa sulla questione sollevata dalla Consob circa la congruità dellofferta, inizialmente 0,84 euro per azione, poi ritoccata a 0,89 euro. E per rivedere al rialzo i valori fissati con laccordo di fine dicembre si sono riuniti uno dopo laltro i consigli di A2A, il cda di Delmi e infine quello di Edison: tutti hanno dato lok ai nuovi termini delloperazione. Delmi, invece, non si è riunita in forma totalitaria, come richiesto, perchè alcuni rappresentanti degli azionisti - è stato spiegato - erano impegnati anche nel board di Edison.
Ma quello mancante è solo il tassello finale di un mosaico ormai concluso: alla fine della giornata è stata infatti messa la firma alle modifiche dei contratti siglati a metà febbraio, sia pure con il no della Carlo Tassara, socia del gruppo di Foro Buonaparte con il 10%. Delmi pagherà dunque 684 milioni per rilevare da Edison il 50% di Edipower, anzichè 604,4, coprendo la differenza grazie alla cessione della sua quota a Edf a prezzo rialzato. Gli extracosti dellOpa, fino a 50 milioni in caso di adesione totale, verranno invece suddivisi tra Edf e Delmi. Ma del circa 20% ancora «flottante» - a seguito dei patti che portano i francesi dal 49% all80,7 del capitale - la metà è in mano alla società di Romain Zaleski, che ha in carico le azioni a prezzi ben superiori a 0,89 euro, e ha già fatto sapere di non avere intenzione di aderire allofferta.
A dieci anni dal decreto Bersani, che ha aperto il mercato alle liberalizzazioni del mercato energetico, dunque, lo scenario cambia radicalmente. La nuova Edipower diventa il secondo operatore italiano dellelettricità, mettendo insieme la potenza produttiva dellex genco dellEnel, che controlla un parco produttivo di 9 centrali per un totale di 7.600 megawatt di potenza, con la quota di mercato delle multiutility. E potrebbe insidiare il primato finora indiscusso di Enel. Lex monopolista è infatti il numero uno tra i fornitori elettrici, tallonato da Edison ed Eni: ma già ora pesano le multiutility, come appunto A2A e Iren. E un ruolo di protagonista spetta anche a Sorgenia, controllata dalla famiglia De Benedetti. Se poi ci spostiamo nel settore della produzione, la scena non cambia molto: al primo posto cè sempre Enel con il 28%. Secondo produttore è Edison che produce, poi Eni: ma subito dopo cè Edipower, sia pure a pari merito con E.On, poi ancora A2A, infine Tirreno Power, controllata di Sorgenia.
Per quanto invece riguarda il mercato del gas, tra gli importatori, il peso di Eni rispetto alle altre aziende non ha bisogno di essere sottolineato, ma subito dopo troviamo Edison, mentre Enel è al terzo posto. Questo, fino ad oggi.
A2A lascia Edf, nasce la «super-Edipower»
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