Acea si smarca dal caos Roma con 3 miliardi di investimenti

La società capitolina lancia il nuovo piano da Milano Punta su acqua e gas, ma anche su progetti smart e fibra

Acea si smarca dal caos Roma con  3 miliardi di investimenti

Il tandem Donnarumma Lanzalone, a sei mesi dalla nomina firmata Virginia Raggi, scommette su tre miliardi di nuovi investimenti per rilanciare Acea, utility della capitale. Una potenza di fuoco record per la società che - presentando il piano industriale 2018-2022 ieri in trasferta a Milsno - ha voluto dare un messaggio di discontinuità con il passato. «E forse - commenta un analista - aprirsi alla comunità finanziaria con una mossa dalla doppia valenza: da un lato aumentare la visibilità sulla società e, dall'altro, distaccarsi dalle recenti grane romane, la crisi idrica il problema rifiuti». Acea, è infatti ancora controllata al 51% dal Comune di Roma. Un'intenzione che si riflette anche nella programmazione del nuovo piano accolto positivamente dal mercato (+3,2% a 15,1 euro).

Pur puntando sugli storici settori (idrico, elettrico e ambiente), con buona parte del business che è di fatto regolato (85%), Acea ha deciso di ampliare il proprio raggio d'azione investendo nell'innovazione tecnologica ed entrando nel mercato della distribuzione del gas. Un indirizzo che segue la transizione energetica in atto e che aprirà l'orizzonte della società, storicamente radicata su Roma. In primis, sul fronte della fibra ottica Acea si prepara a entrare a far parte del progetto Open Fiber di Enel e Cdp: «In dicembre il cda approverà il progetto che porterà a cablare 1,2 milioni di case romane» ha spiegato l'ad Stefano Donnarumma. Acea sta poi valutando anche progetti in ambito smart: automazione, cyber-security, contatori. Inoltre, l'intenzione di entrare nel gas, sfruttando le gare che dovrebbero partire dal 2018, spingerà Acea ad alleanze medio piccole con le utility regionali di Toscana, Marche, Umbria e Lazio che potrebbero poi essere propedeutiche allo shopping.

La parte più consistente degli investimenti sarà dedicata al potenziamento delle infrastrutture del settore idrico (in cui Acea è leader), con 1,6 miliardi, ed elettrico, con 1,1 miliardi. Oltre 400 milioni andranno all'innovazione tecnologica. E sarà ampliato il sistema di compostaggio con la costruzione di nuovi siti che porteranno Acea a trattare, a fine piano, 1,7 milioni di tonnellate di rifiuti, il 70% in più di oggi. Nell'attività commerciale Acea vorrebbe accrescere la clientela da 1,4 a 1,9 milioni. Ma la strada da fare è ancora tanta visto che, al momento, nella vendita di energia e gas, il gruppo è il sesto in Italia. Guardando ai numeri, l'azienda vede un ebitda sopra il miliardo al 2020. L'utile netto dovrà crescere da 282 milioni del 2020 ai 332 milioni di fine piano.

Sul fronte dividendi, sia il Comune di Roma (51%), sia gli azionisti privati (Suez al 23,3% e Caltagirone con il 5%) saranno coperti da un payout superiore al 50% con 700 milioni distribuibili nei 5 anni.

Tra le criticità, resta aperto il nodo Gala, la società in vista del concordato verso cui Acea è esposta per 65 milioni. L'ad ha auspicato una «soluzione di sistema». Ma al momento resta un conto aperto.

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