Il riassetto di Exor che si prepara a trasferire la sede in Olanda avrà riflessi anche sulla controllante, oggi Giovanni Agnelli Sapaz e fra pochi mesi Giovanni Agnelli Bv con sede al Amsterdam. Non si tratta solo dell'annunciato trasferimento nei Paesi Bassi della holding di casa Agnelli e della sua controllante, ma anche del modo i soci storici manterranno il controllo.
Il nuovo statuto della Giovanni Agnelli Bv, secondo quanto risulta dai documenti consultati dall'agenzia Radiocor, avrà l'effetto di consentire di allentare - almeno in via teorica - la presa della famiglia su Exor. La nuova carta, infatti, prevede che «per l'approvazione di una delibera del consiglio di amministrazione concernente qualunque atto di vendita o trasferimento di azioni Exor Nv, che non lasci in piena proprietà alla società almeno il 51% dei diritti di voto in Exor Nv, è richiesto il voto unanime degli amministratori in carica ed è altresì richiesta l'approvazione da parte dell'assemblea generale adottata con maggioranza dei due terzi dei voti espressi rappresentanti più di due terzi del capitale sociale emesso e in circolazione della società».
Si tratta di una novità perché in precedenza la definizione era la stessa se non per il fatto che il limite era posto ad «almeno il 51% del capitale Exor». Cioè l'ipotesi che la società di famiglia scendesse sotto il 51% non era contemplata.
Ora invece, in sostanza, per la nuova Giovanni Agnelli Nv perdere il 51% del possesso azionario di Exor non è più tabù. A patto di continuare a mantenere la maggioranza dei diritti di voto. E quindi diventerà più agevole gestire la partecipazione nella holding quotata a Piazza Affari. Tuttavia fonti vicine alla holding osservano che lo statuto della Giovanni Agnelli potrebbe subire ulteriori modifiche e che comunque al momento non è allo studio la cessione di quote. Exor Nv, adotterà in Olanda, dove cò è consentito, un meccanismo di voto speciale attribuendo cinque diritti di voto per ogni azione posseduta da quei soci che deterranno le quote per almeno cinque anni; e 10 diritti di voto per chi le deterrà per almeno 10 anni. In questo modo è intuitivo che per detenere il 51% dei diritti di voto fra cinque anni potrebbe, in teoria, essere sufficiente controllare una quota molto più bassa di Exor.
Nell'immediato, comunque, non cambierà nulla, anzi la Giovanni Agnelli potrebbe addirittura veder crescere la sua partecipazione in Exor dal 52,99% attuale, visto che si è impegnata a comprare azioni Exor
fino a 100 milioni di euro dai soci che dovessero esercitare il recesso. Tuttavia, se a Torino decidessero mai di alleggerire la presa su Exor l'operazione sarà più semplice senza la necessità di maggioranze qualificate.RE
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