Aig potrebbe ringraziare il governo per il maxi-salvataggio ricevuto nel 2008, uno dei maggiori durante la crisi finanziaria, con una causa da 25 miliardi di dollari. Mentre paginate di pubblicità sui maggiori quotidiani americani si alternano da giorni con la scritta «Thank you» rivolta ai contribuenti americani per i soldi ricevuti che le hanno consentito di sopravvivere, il consiglio di amministrazione del gruppo assicurativo Aig si appresta a valutare un'azione legale contro Washington per i termini troppo onerosi del salvataggio.
La Casa Bianca non commenta direttamente, limitandosi a dire che il salvataggio di Aig è stato deciso in modo bipartisan per evitare un collasso che sarebbe stato catastrofico. Il presidente Barack Obama ha voluto la riforma di Wall Street - ha affermato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney - per evitare proprio nuovi casi Aig, salvata grazie all'azione del governo e dei contribuenti americani. All'interno dell'esecutivo, secondo indiscrezioni, ci sarebbero malumori solo per l'ipotesi che il consiglio di amministrazione di Aig possa considerare la causa. Il cda ascolterà oggi, ha spiegato il New York Times, le motivazioni pro e contro la causa, avviata nel 2011 per conto degli azionisti da Maurice Greenberg, ex amministratore delegato di Aig rimasto uno dei maggiori investitori nella società.
Da quel momento Greenberg ha esercitato pressioni affinché anche Aig si unisse all'azione. Nella causa non si mette in dubbio la necessità del salvataggio, ma si pone in evidenza come la sua «natura onerosa» abbia privato gli azionisti di milioni di dollari e violato il Quinto emendamento, che sancisce il divieto di assumere il controllo di una proprietà privata per uso pubblico senza un compenso. Il riferimento è al fatto che il governo è salito fino al 92% di Aig.
Per il cda si tratta di una decisione difficile perché, se da un lato deve valutare la causa nell'ambito dei suoi obblighi di responsabilità nei confronti degli azionisti, dall'altro attaccare il governo e gli americani sembra una scelta inappropriata.
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