Politica economica

Alberghi Usa in crisi. Pesa la fuga dalle città

L'Hilton e il Parc di San Francisco nelle mani dei creditori. C'è un bond da 725 milioni

Alberghi Usa in crisi. Pesa la fuga dalle città

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Welcome to the Hotel California, tra fortune dilapidate e bancarotta servita nella hall. Gli incubi lisergici degli Eagles diventano realtà a San Francisco, dove Park Hotels&Resorts ha alzato bandiera bianca non potendo più fare regolare check-out di fronte a un prestito da 725 milioni di dollari, con scadenza a novembre. Smetterà di pagare, preferendo il default. Anche a costo di sacrificare due gioielli del proprio impero. Finiranno infatti nelle mani dei creditori l'Hilton, che con le sue quasi 2mila stanze è l'albergo più grande di Frisco, e il Parc 55 (oltre 1.000 camere, quarto in graduatoria) seguendo la medesima sorte toccata allo storico Huntington Hotel, venduto all'inizio dell'anno per insolvenza da mutuo.

Mentre il presidente Joe Biden mette sulla porta della Casa Bianca il cartello «Do not disturb» per esaltare le magnifiche sorti e progressive dell'America, ce n'è un'altra in grossi guai. Il decadimento del settore alberghiero è legato al progressivo rarefarsi delle convention (secondo Park Hotels, un 40% in meno di presenze rispetto ai livelli pre-pandemici da qui al 2027), al lievitare dei costi sui prestiti per effetto dei dieci rialzi dei tassi decisi dalla Federal Reserve di Jerome Powell, ma è anche connesso allo sboom del comparto hi-tech e alle difficoltà delle banche californiane.

È tuttavia solo una metà della faccia triste come una salita di SF. La città si sta svuotando, soprattutto in quelli che un tempo erano i suoi gangli vitali. Un'analisi di Coldwell Baker calcola che i posti vacanti negli uffici sfiorano ormai il 30%, quando prima del Covid non si trovava neppure un sottoscala libero. Con ripercussioni anche sui prezzi delle case, scesi dell'11% su base annua. Anche perché le aziende, costrette a contenere i costi, scappano. E tagliano: il gigante del software Salesforce, oltre a licenziare 7mila dipendenti, ha dato in subaffitto oltre 30mila metri quadrati dell'ultimo dei suoi uffici di San Francisco.

Chi vuole invece sbarazzarsi di un immobile deve svendere. Wells Fargo ha ceduto la torre di 13 piani degli anni '60 al 550 di California Road a prezzi di saldo: appena 43 milioni, il 60% in meno di quanto sborsato nel 2005.

La progressiva desertificazione è peraltro un fenomeno estensibile a gran parte degli States. Da Los Angeles ad Atlanta, da Manhattan a Houston, da Seattle a Chicago, i distretti del business soffrono dello stesso male: le scrivanie orfane di colletti bianchi sono oltre il 20% del totale dei posti disponibili. Ed è un problema. La cosiddetta «office apocalypse» espone i centri metropolitani a parecchi rischi, a cominciare dalla proliferazione della criminalità, al taglio di posti di lavoro (bar e ristoranti su tutti), fino a una minore erogazione di servizi pubblici. Finora, un problema irrisolvibile poiché non decolla la riconversione in edifici residenziali delle strutture adibite a uffici.

Così, l'America sembra aver trovato il suo Hotel California, quello da cui è impossibile uscire.

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