«La Bomba» è scoppiata tra i piedi di Unilever. E ha fatto danni per 60 milioni di euro, l'ammontare della multa inflitta dall'Antitrust alla controllata Unilever Italia Mkt per posizione dominante, principalmente con la vendita dei gelati a marchio Algida. L'istruttoria è partita da una segnalazione di un piccolo produttore di ghiaccioli, chiamato appunto «La Bomba», che opera in prevalenza negli stabilimenti balneari. L'Autorità ha dunque aperto l'istruttoria e accertato l'adozione da parte della società del colosso anglo-olandese di una strategia escludente, a danno dei concorrenti, composta da un ampio utilizzo di clausole di esclusiva merceologica e da una serie articolata di altre condizioni fidelizzanti, strumenti di politica commerciale e condotte volte a mantenere, formalmente o sostanzialmente, l'esclusiva delle forniture agli esercizi commerciali. Di qui la sanzione, contro cui Unilever ha già annunciato di voler presentare ricorso, respingendo «fermamente» le conclusioni cui è giunto l'Antitrust derivanti «da diversi errori di valutazione».
Nel mercato del gelato confezionato in singole porzioni e consumato fuori casa, e pertanto relativo a un prodotto tipicamente destinato al consumo cosiddetto da impulso, le politiche di vendita adottate nei confronti degli esercenti assumono un rilievo determinante nell'orientamento delle scelte di consumo finale, fortemente condizionate dall'offerta concretamente disponibile.
Le condotte abusive sanzionate, spiega l'autorità Antitrust, obbligando o incentivando la clientela di Unilever a mantenere in offerta una sola marca di gelato, hanno arrecato un sostanziale
pregiudizio alla libertà di scelta del consumatore finale, limitandone la possibilità di reperire i gelati offerti dai concorrenti che, per qualità e gusto, avrebbero potuto essere preferiti a una parte dei gelati Algida.
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