Crisi croniche che si trascinano da mesi, se non da anni. L'industria italiana ha vissuto un 2016 difficile ma molte vertenze restano ancora in attesa di una soluzione. A partire da Alitalia, Ilva e Almaviva, citate di recente anche dal premier Paolo Gentiloni. Un'eredità pesante, dunque, quella che viene consegnata al 2017.
Partiamo da Alitalia: dopo un periodo targato Etihad relativamente tranquillo, la situazione è di nuovo precipitata. Alitalia, che vede allontanarsi l'obiettivo del break even, ha ottenuto, dalle banche- azioniste, Unicredit e Intesa Sanpaolo, un'ultima boccata d'ossigeno: un finanziamento a breve termine di 120 milioni per consentire all'ad Cramer Ball di negoziare un radicale taglio dei costi con i fornitori. Condizione questa perchè i soci della compagnia rimettano mano al portafoglio e finanzino il piano di rilancio. Si parla di possibili 1.500 esuberi.
C'è poi la vertenza Almaviva, aperta da ottobre quando la società di call center ha annunciato tagli al personale: oltre 2.500 lavoratori a rischio con la chiusura delle sedi di Roma e Napoli. Dopo mesi di trattative senza esito, il 22 dicembre il governo ha messo sul tavolo una proposta di mediazione: l'accordo prevede la prosecuzione della mobilità fino al 31 marzo 2017. In questo lasso di tempo i lavoratori sono protetti con la cassa integrazione e le parti avvieranno un confronto per recuperare efficienza. L'accordo non è però stato siglato dai sindacati del sito Almaviva di Roma: il 27 dicembre ci sarà un referendum tra i lavoratori.
Fiato sospeso poi per Alcoa, dove si cerca una soluzione per la dismissione dell'ex stabilimento di Portovesme. E poi c'è il caso Ilva. La cessione è entrata nella fase conclusiva.
Entro 15 giorni le due cordate in corsa per l'acquisizione dell'Ilva, Arvedi-Jindal e ArcelorMittal-Marcegaglia, dovranno presentare i piani ambientali modificati secondo le osservazioni fatte dagli esperti del governo e, contestualmente, i piani industriali e le relative offerte economiche. I commissari dovranno individuare l'acquirente definitivo, in attesa delle verifiche dell'Antitrust. In vista di questa scadenza, i sindacati hanno chiesto un tavolo di confronto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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