Alitalia cerca gli ultimi 30 milioni

Alitalia cerca gli ultimi 30 milioni

Alitalia è fiduciosa di portare a buon fine l'aumento di capitale da 300 milioni finora sottoscritto per 173. Ma, fatti tutti i conti, sono una trentina i milioni che «ballano» e che condizionano tutta l'operazione. Chi metterà il denaro mancante? Ripercorriamo brevemente in numeri. L'inoptato oggi è di 127 milioni, ma 75 sono garantiti dalle Poste che entreranno al raggiungimento della soglia di 225. Quindi è quest'ultimo il livello da conquistare: mancano 52 milioni. Di questi, 13,5 sono la garanzia residua accordata da Unicredit e Intesa, quindi la cifra scoperta scende ancora, a 38,5. L'Alitalia ha fatto sapere, giovedì, di aver ricevuto una serie confortante di richieste non vincolanti per l'inoptato da parte dei soci che hanno partecipato all'aumento. Ma chi aggiungerà altri milioni al rischio che si è già assunto?
Innanzitutto va tenuto conto che almeno due azionisti hanno versato una cifra inferiore alla propria quota: Intesa Sanpaolo e Immsi-Colaninno. La prima possiede l'8,9 direttamente e l'1,1 circa attraverso il veicolo Ottobre 2008; avrebbe in teoria dovuto versare 30 milioni, ma ne ha deliberati in cda e poi versati 26. Roberto Colaninno, titolare del 7,1% del capitale, aveva opzioni per 21 milioni: ne ha sborsati 13. In teoria ne potrebbe mettere altri. Immsi interpellata, non ha voluto commentare. Sommando queste adesioni parziali, si otterrebbero altri 12 milioni.
Poniamo che questo denaro arrivi: la quota ancora mancante ai fatidici 225 scende a 26,5. Chi la sottoscriverà? Candidati «naturali» appaiono i due maggiori azionisti, ancora Intesa, banca «di sistema» e Atlantia, che appartiene al gruppo Benetton, lo stesso che controlla Aeroporti di Roma. Intesa, come si è visto già molto esposta, preferisce non commentare; Mentre Atlantia, anch'essa interpellata, trova addirittura il modo di sottrarsi alla risposta, rendendosi irreperibile. Potrebbero, in extremis, essere coinvolti anche alcuni dei piccoli azionisti che non hanno partecipato all'aumento; ma in questo caso ciò avverrà nel secondo riparto dell'inoptato.
Merita un'osservazione il gruppo Benetton: nei prossimi giorni Ryanair comincerà la sua attività da Fiumicino, in evidente e forte concorrenza con Alitalia. Sembra quasi - a essere maliziosi - che lo stesso azionista stia cercando di bilanciare i rischi dei suoi investimenti, perché, se alla fine Alitalia confluirà in Air France, Fiumicino subirà un notevole danno.
Ieri una delegazione di Alitalia è stata segnalata a Mosca, per incontrare Aeroflot. La compagnia russa, più volte segnalata come possibile azionista di Alitalia, ha sempre smentito il proprio interesse.

In serata il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, parlando a Milano, ha detto: «Se Air France vuole, la prima cosa che deve fare non è chiedere di tagliare tutto, è chiedere di re-investire nell'impresa su cui ha già investito».

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