Economia

Alitalia-Etihad, Lufthansa non ci sta

La compagnia tedesca: "Stop alla trattativa, è aiuto di Stato". Il vicepresidente Ue, Tajani: "Per ora nessuna violazione delle regole"

Alitalia-Etihad, Lufthansa non ci sta

«Questo matrimonio non s'ha da fare»: come i bravi manzoniani, Lufthansa si mette di traverso alle nozze Alitalia-Etihad, accusate di danneggiare la concorrenza. «Respingiamo sussidi provvisori e parziali nazionalizzazioni di compagnie europee sia che giungano dai governi Ue o non Ue o da controllate di Stato», attacca la compagnia aerea tedesca, chiedendo alla Commissione Ue di bloccare la trattativa con la compagnia degli Emirati, giunta ormai alla stretta finale, in nome della tutela di «eque condizioni di mercato».

Immediata la levata di scudi del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, che punge i tedeschi sul vivo: «L'allarme della Lufthansa per il possibile accordo con Etihad conferma che Alitalia è sulla strada giusta. Sembrano piuttosto loro quelli che temono la concorrenza». E ricorda che «è in atto una trattativa tra privati. Non permetteremo che si continui a usare l'Unione europea come alibi per bloccare, in questo caso sì, la concorrenza nel comparto aereo».

Tanto più che lo stesso vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, ha molti dubbi sulla legittimità delle accuse tedesche: «Si vedrà una volta raggiunto l'accordo, ma allo stato non mi pare che la trattativa comporti una violazione delle regole della concorrenza. L'importante è che tutto venga fatto nel rispetto delle regole della Ue e del mercato interno, ma non mi pare che si possa parlare di posizioni dominanti». La tesi di Lufthansa, basata sul fatto che dietro Etihad ci sono gli Emirati arabi uniti, appare dunque quanto meno discutibile: le valutazioni sulla questione, una volta che ci sarà un progetto definito, spetteranno comunque al responsabile della Concorrenza della Commissione, Joaquin Almunia.

L'ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, pensa comunque positivo: «Siamo nella fase più importante della trattativa, che parte questa settimana con lo scambio di informazioni per redigere insieme il nuovo piano industriale all'interno della logica Etihad, per mettere in sicurezza l'azienda e guardare con serenità al futuro», afferma il top manager, che si prepara ad affrontare la settimana decisiva per la salvezza della compagnia. «Adesso, ovviamente, entreremo nella fase più delicata, l'ottimizzazione dello stato patrimoniale sarà molto importante e anche la struttura del debito, soprattutto con l'idea di mettere in sicurezza l'azienda. Faremo dei passi avanti anche su questo». Bocce ferme, invece, sul fronte della trattativa sindacale: l'incontro sugli esuberi (1.900) previsti dal piano industriale che doveva tenersi ieri a Roma è stato infatti rinviato, perché Del Torchio non è riuscito a rientrare in tempo da Milano, impegnato a chiudere l'accordo con le banche per lo sblocco delle linee di credito, incassando complessivamente 165 milioni, meno dei 200 milioni previsti ma comunque una boccata d'ossigeno per l'ex compagnia di bandiera.

Nel dettaglio, secondo quanto si apprende da fonti finanziarie, le due banche azioniste di Alitalia - Intesa Sanpaolo e Unicredit - hanno versato 70 milioni a testa: un po' meno del previsto da Popolare di Sondrio e Mps, rispettivamente 15 e 10 milioni.

L'accordo, inoltre, prevede - secondo l'agenzia Radiocor - l'allungamento fino a giugno 2015 delle linee di credito esistenti (circa 400 milioni).

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