Quella di Alitalia è una situazione «molto critica». Lo ha ammesso lo stesso ministro dei Trasporti Graziano Delrio, dopo il vertice con i sindacati e l'azienda per salvare l'ex compagnia di bandiera. Non per questo però l'esecutivo tornerà sui suoi passi con un intervento pubblico. «Abbiamo già detto che non ci sarà», ha risposto Delrio. Fonti sindacali hanno poi escluso che si sia parlato dell'ipotesi di una garanzia statale per sbloccare la vitale ricapitalizzazione. I tempi, tuttavia, sono stretti per assicurare la sopravvivenza della società: in cassa, secondo indiscrezioni, ci sarebbe liquidità solo per un altro mese e Alitalia perde mezzo milione al giorno.
«È stato un buon incontro, abbiamo confermato la piena disponibilità a lavorare con i sindacati e a rispondere alle richieste», ha notato l'ad Cramer Ball al termine del summit, aggiungendo che si tratta di «un piano forte e sostenibile che ha come obiettivo primario la sopravvivenza» del gruppo. «Non siamo una compagnia low cost e non vogliamo esserlo, però dobbiamo avere una struttura dei conti competitiva sul medio raggio». Il top manager avrebbe anche assicurato ai sindacati che Alitalia non ha avviato alcuna procedura di mobilità. Un punto questo in cima alle preoccupazioni dei sindacati.
Ora serve, come sottolineato da una nota del ministero dei Trasporti e di quello dello Sviluppo Economico, «un confronto approfondito che entri nel merito dei vari aspetti del piano industriale». Su cui è in corso la battaglia con i sindacati davanti alla previsione di un taglio del 17% della forza lavoro (pari a 2.037 dipendenti) e di una decurtazione fino al 32% dello stipendio di piloti e assistenti di volo. Per questo i tavoli di lavoro che si terranno alla presenza dei ministeri competenti, verranno convocati nelle prossime ore. Gli incontri tecnici si susseguiranno fino al 30 marzo quando ci sarà una sintesi con i ministri interessati. All'accordo tra azienda e sindacati è condizionato l'ok dei soci ad aprire il portafogli per ricapitalizzare.
«Il governo ha dimostrato grande disponibilità, ma ha detto che non metterà un euro perché Alitalia è una società privata (il 49% è in mano a Etihad, il 51% a soci italiani) e si tratta di trovare un accordo tra noi e l'azienda», ha detto Antonio Piras della Fit Cisl. «Il governo si farà garante di metodo e non nel merito», ha detto Nino Cortorillo (Filt Cgil).
Il raggiungimento di un accordo resta quindi ancora lontano. Le posizioni dei sindacati e quelle dell'azienda sono infatti rimaste a quanto è emerso venerdì scorso, in occasione della presentazione del piano industriale. I sindacati hanno così confermato lo sciopero previsto per il 5 aprile.
Ieri, intanto, 400 lavoratori di Alitalia hanno aderito allo sciopero indetto dalla Cub Trasporti. Lo stop era stato indetto dai controllori di volo e del comparto aereo e che aveva portato Alitalia a cancellare, preventivamente, 220 voli (il 40% di quelli in programma) sull'intero network.
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