Via libera da parte del board esecutivo del Fondo monetario internazionale al piano di aiuti a favore dell'Argentina per 50 miliardi di dollari. L'intesa era stata raggiunta l'8 giugno scorso e mancava solo l'ok formale. Come aveva anticipato il direttore generale del Fondo, Christine Lagarde, il 13 giugno scorso, è possibile l'esborso immediato di 15 miliardi di dollari; la metà di quell'ammontare (7,5 miliardi di dollari) sarà usato a sostegno del budget. Il denaro rimanente sarà reso disponibile per la durata dell'accordo previo un'analisi trimestrale da parte del board esecutivo dell'istituto di Washington. Le autorità argentine, «hanno indicato che intendono attingere alla prima tranche dell'accordo ma successivamente tratteranno quanto rimasto come misura precauzionale».
Per Buenos Aires la stampella del Fmi rappresenta una boccata d'ossigeno dopo che nelle ultime settimane la caduta continua della moneta nazionale, il peso, aveva costretto il Banco Central de la República Argentina a intaccare le riserve valutarie e ad alzare più volte i tassi d'interesse, ora al 40%. Una manovra condotta su un doppio binario non coronata da successo: il peso continua a subire un deprezzamento di oltre il 30% rispetto al dollaro da inizio anno. A metà mese il governatore della banca centrale, Federico Sturzenegger è stato costretto a dare le sue dimissioni dopo aver dichiarato di aver perso credibilità. Al suo posto, l'attuale ministro delle Finanze Luis Caputo.
Gli argentini, il cui potere d'acquisto è indebolito da un'inflazione annuale superiore al 20%, temono soprattutto che il deprezzamento del peso, causato anche dal rialzo dei tassi negli Stati Uniti, aumenti ulteriormente la corsa dei prezzi.
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