Economia

Abbiamo pagato sette miliardi di tasse in più

Mentre in Italia il dato dell’occupazione cala inesorabile, nel 2019 le entrate tributarie sono cresciute rispetto allo stesso periodo del 2018

Abbiamo pagato sette miliardi di tasse in più

Un paese bloccato. Interrotto. In cui la produzione industriale è schiacciata dal peso del fisco, tra mille incertezze. E intanto lo Stato incassa. Tanto. La ventilata riduzione delle tasse di cui raccontano i proclami governativi resta un progetto sempre per il futuro. E, al contrario, nell’immediato, le tasse aumentano. Eccome se aumentano. Lo scrive sul quotidiano Libero, Antonio Castro. A ottobre 2019 le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 39,1 miliardi, in aumento del 24,5% (7,7 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2018. Si tratta, come appena scritto, di una crescita del 24,5%, fa di conto la Banca d’Italia.

Insomma, se il confronto ottobre 2019 su ottobre 2019 mette in luce un extra gettito, c’è da constatare che nei primi 10 mesi del 2019 le tasse sono state pari a 344,3 miliardi, in aumento comunque dell’1,4% (in valori assoluti 4,6 miliardi), rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il che si traduce in un modo semplice e diretto: più tasse per tutti. Secondo la tradizionale analisi del ministero dell’Economia che accompagna la presentazione dell’andamento del gettito tributario questo, al netto degli effetti delle disomogeneità contabili, mette in luce che la dinamica delle entrate tributarie sia stata più favorevole.

Ma considerando nel complesso, come fa la Ragioneria generale dello Stato, salta fuori che c’è stato un aumento di 10.355 milioni di euro (+1,9 %) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La dinamica osservata è la risultante della variazione positiva delle entrate tributarie (+6.488 milioni di euro, +1,8%), e della crescita, in termini di cassa, delle entrate contributive (+3.867 milioni di euro, +2,0 %). Se partite straordinarie (come quella degli Isa sulle partite Iva), hanno generato un boom di gettito maggiore, quelle contributive consentono una riflessione più approfondita sullo stato dell’economia nazionale.

Gli incassi contributivi nei primi dieci mesi del 2019 hanno superato i 193.423 milioni di euro, in aumento di 3.867 milioni (+2,0%) rispetto allo stesso identico periodo del 2018. E le cattive notizie non finiscono qui. Perché nel Belpaese il lavoro ristagna. A ben guardare le entrate contributive versate all’Inps sono ammontate a 179.821 milioni di euro, con un aumento del 2,6% sul 2018 (maggiori versamenti per 4.598 milioni). Attenzione: a pagare più contributi sono state le aziende del settore privato, (+4,2%). Mentre quelli per le diverse gestioni dei lavoratori dipendenti pubblici annotano una diminuzione dello 0,5%. Per effetto sì del pagamento, nel 2018, degli arretrati contrattuali per il rinnovo di alcuni contratti del triennio 2016-2018.

Ma al netto di questo fattore si può immaginare una crescita delle entrate contributive del settore pubblico di circa l’1%. Peccato che negli stessi 10 mesi l’occupazione non sia cresciuta di conseguenza e quindi un maggior prelievo contributivo non si giustifica. Spicca invece un calo di 600 milioni dei costi Inail (in tutto 6.161 milioni). Diminuzione dovuta alla revisione delle tariffe. In calo anche il gettito contributivo degli enti privatizzati (a 7.441 milioni di euro), con un calo dell’1,7% sul 2018 (-132 milioni).

Diminuzione dovuta a un calo del fatturato dei professionisti iscritti alle singole gestioni previdenziali monitorate.

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