Antitrust, multa al "cartello" dell'auto

Stangata da 678 milioni per accordi finanziari sulle vendite. Fca e Vw le più colpite

Antitrust, multa al "cartello" dell'auto

La maxi-multa di 678 milioni comminata dall'Antitrust al «cartello» composto dalle società finanziarie dei big dell'automobile, accusate di essersi accordate per 15 anni sui tassi richiesti a chi comprava a rate; e Carlos Ghosn, ex capo dell'Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, che potrebbe restare in prigione per altri sei mesi (il top manager aveva previsto di avviare le pratiche per la fusione tra Renault e Nissan in aprile, intenzione che i giapponesi non gli hanno perdonato): è un inizio d'anno in salita per il settore delle quattro ruote.

Uniche note che il mercato ha apprezzato, ieri, riguardano il possibile accordo tra le autorità americane e Fca (in Borsa +2,9% a 13,76 euro), a proposito delle accuse sull'utilizzo di un software illegale in 104mila veicoli diesel a partire dal 2014, e gli sviluppi dei colloqui Stati Uniti-Cina sui dazi.

La stangata dell'Antitrust (le maggiori sanzioni riguardano Fca Bank, Volkswagen Bank/Vw Ag e Renault Rci Banque) ai principali protagonisti del mercato è arrivata dopo che Daimler e Mercedes Benz Financial Services Italia hanno permesso, con una sorta di autodenuncia, di far luce sul «cartello», ottenendo così la «grazia». Di fatto, è emersa «l'attuazione di un'intesa unica, complessa e continuata per lo scambio di informazioni sensibili relative a quantità e prezzi, anche attuali e futuri». Accertata anche l'esistenza di «un'intesa restrittiva della concorrenza, tra il 2003 e il 2017, funzionale ad alterare le dinamiche concorrenziali nel mercato della vendita di auto dei gruppi di appartenenza attraverso finanziamenti erogati dalle rispettive captive banks».

Le società coinvolte e le sanzioni comminate: Banca Psa Italia (6,07 milioni); Banque Psa Finance (38,5); Bmw/Bmw Bank (71,6); Fca Bank (178,9); Fce Bank/Ford (41,5); Gm Financial Italia/Gm (10,05); Rci Banque/Renault (125,1); Toyota Financial Services/Toyota (43,3); Volkswagen Bank/Vw Ag (163,01); Assofin (95.795 euro); e Assilea (11.964 euro).

Fca Bank, da parte sua, nel ritenere le accuse infondate, fa sapere «che presenterà ricorso avverso il provvedimento dinanzi alla competente Autorità giudiziaria». Lo stesso farà Assofin, che si dichiara estranea alla vicenda. Anche Assilea è pronta a impugnare la decisione dell'Autorità dinanzi al Tar Lazio. Altroconsumo e Codacons hanno invece già preparato le carte per dar via a una class action. Mentre Federconsumatori, in una nota, chiede, «un maggiore controllo da parte di tutte le autorità e gli organismi competenti sul versante della vendita di automobili, nuove e usate, costellato di irregolarità e abusi».

Nei prossimi giorni, intanto, si potrebbe sbloccare la lunga querelle tra il Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti e Fca sulla presunta manomissione delle emissioni di 104mila veicoli diesel.

Si parla di sanzioni, a carico del Lingotto, tra 700 e 800 milioni di dollari, rispetto a un'ipotesi iniziale molto pesante: circa 4,4 miliardi. Fca, che ha già accantonato, in proposito, 713 milioni, ha sempre negato le accuse.

«Un'ingenuità», aveva definito il caso l'ex ad del Lingotto, Sergio Marchionne.

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