Politica economica

Argentina, i paletti Fmi: "Serve piano credibile"

Contatti tra il Fondo e il neo presidente Milei alla vigilia dell'insediamento. Una Banca Centrale "forte"

Argentina, i paletti Fmi: "Serve piano credibile"

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Ai comizi andava con una motosega in mano, a simbolo dei suoi intenti di andare a intervenire massicciamente sulla spesa pubblica argentina. Adesso il neo eletto presidente, Javier Milei (in foto), dovrà vestire panni più governativi quando domenica si insedierà alla Casa Rosada. Il grande mostro da sconfiggere è la maxi inflazione dell'Argentina: al 142,7% a ottobre 2023. Il Fondo Monetario internazionale, che è creditore del Paese sudamericano per quasi 45 miliardi di dollari, sembra essere disposto a collaborare volentieri con Milei: «È necessario un piano di stabilizzazione forte, credibile e con sostegno politico per affrontare in modo duraturo gli squilibri macroeconomici e i problemi strutturali dell'Argentina», ha detto ieri la portavoce del Fmi, Julie Kozack, nel corso della tradizionale conferenza stampa del giovedì a Washington. Kozack ha anche fatto riferimento alla necessità di avere parallelamente anche «una Banca centrale forte e credibile per ridurre l'inflazione». La portavoce ha definito inoltre come «costruttiva» la recente conversazione telefonica tra la direttrice dell'Fmi, Kristalina Georgieva, e il presidente della Repubblica appena eletto Milei. «Il presidente eletto si è impegnato a rafforzare le finanze pubbliche, ridurre l'inflazione e a creare un'economia più prospera sospinta dal settore privato», ha riferito la portavoce del Fmi. Oltre a voler ridurre di molto la spesa, Milei aveva annunciato privatizzazioni e la volontà di abbandonare il peso per il dollaro.

Kozack inoltre ha spiegato che la riunione tenuta la settimana scorsa a Washington con il futuro ministro dell'Economia, Luis Caputo, è servita per «comprendere meglio i piani delle autorità entranti per ripristinare urgentemente la stabilità macroeconomica cosi come il programma di riforme volto a stimolare la crescita nel medio termine».

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