Arnault aggiusta il suo gruppo e punta 12 miliardi su Dior

Per Lvmh un'operazione per semplificare la struttura Offerta mista, parte in contanti e in azioni Hermès

Cinzia Meoni

Dopo 33 anni dall'inizio dell'avventura nel lusso, Bernard Arnault chiude il cerchio proprio da dove era iniziato: dalla controllata Christian Dior acquisita nel 1984 dalla bancarotta di Boussac e all'interno di cui è custodito il brand iconico e il 41% di Lvmh, colosso da 37,6 miliardi di fatturato e oltre 70 brand. Il progetto presentato ieri e definito dall'imprenditore «una pietra miliare per il gruppo», punta a semplificare la complessa struttura societaria e a portare il brand Christian Dior Couture in Lvmh. Complessivamente le manovre previste costeranno agli Arnault all'incirca 19 miliardi di euro e, secondo l'imprenditore, «mostrano l'impegno della mia famiglia e la fiducia nelle prospettive a lungo termine di Lvmh e dei suoi marchi». Al termine dell'articolato piano infine rimarrà, prevedibilmente, un solo titolo quotato al Cac, il listino parigino, quello di Lvmh.

Il primo passo è atteso a giugno con il lancio di un'offerta pubblica di acquisto sul 26% circa di Christian Dior ancora sul mercato da parte della finanziaria di famiglia Arnault, Semyrhamis, che oggi ha in mano il 74% del capitale. L'offerta prevede un esborso di 12,2 miliardi tra contati e titoli Hermes di cui la finanziaria degli Arnault detiene l'8% frutto di un tentativo di scalata poi fallito. Per ogni titolo Dior saranno corrisposti 172 euro in contanti e 0,192 azioni Hermes, gli azionisti potranno tuttavia decidere di essere retribuiti solo in titoli (in tutto 0,566 azioni Hermes per ogni titolo Dior) o solo in contanti (260 euro per azione). La famiglia Arnault, dopo aver sottolineato che l'offerta garantisce un premio del 14,7% sul prezzo di chiusura di lunedì (che sale al 25,9% se calcolato sui tre mesi) e che il titolo è sui massimi di sempre, esclude seconde chance per gli eventuali azionisti titubanti: non ci sarà alcun «squeeze out» (ovvero esercizio del diritto di acquisto). Il cda di Dior, a cui è richiesto un parere, ha nominato una commissione composta da tre amministratori indipendenti e Olivier Peronnet quale esperto indipendente.

In un secondo tempo Lvmh che, negli anni, ha raccolto sotto le sue insegne i marchi più prestigiosi del lusso mondiale (da Luis Vuitton a Bulgari passando per Dom Perignon e Sephora), rileverà Christian Dior Couture per 6,5 miliardi, un valore che valuta l'icona del lusso mondiale, fondata 70 anni fa dall'omonimo couturier, 15,6 volte il margine operativo lordo.

L'acquisizione sarà finanziata da un prestito concesso a Lvmh e porterà in dote alla holding un brand con giro d'affari di 2 miliardi di euro, un margine operativo lordo di 418 milioni e una rete di 198 negozi, ma soprattutto l'eredità artistica di stilisti come Yves Sait-Laurent e Gianfranco Ferré. L'operazione dovrebbe anche portare a un incremento dell'utile per azione già dal primo anno del 2,7%.

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