Il lusso ritrova la pace: dopo quattro anni di battaglie legali, Lvmh e Hermès depongono le armi. Il colosso francese guidato da Bernard Arnault rinuncia alla scalata del marchio concorrente, di cui aveva il 23,2%. I due gruppi hanno accolto la proposta di mediazione del tribunale commerciale di Parigi in base alla quale Lvmh distribuirà ai propri soci - tra i quali la famiglia Bulgari con l'1,4%, mentre Tod's ne detiene una quota inferiore - le azioni Hermès in portafoglio, valore 6 miliardi. In pratica, gli azionisti del gruppo più grande - 6 volte il rivale - ricevono una sorta di dividendo straordinario, pari a circa 4 volte la cedola degli ultimi anni. Lvmh è controllata al 40% da Christian Dior, a sua volta controllata, con circa il 70%, dalla famiglia Arnault che, al termine dell'operazione, deterrà l'8,5% di Hermès.
Il colosso era entrato a sorpresa nel capitale del marchio rivale con il 10% nel 2010 e progressivamente ha aumentato la partecipazione fino al 23%: un tentativo di scalata che la famiglia Dumas, erede del fondatore, ha subito contestato duramente, giudicandolo «non amichevole». Si è arroccata quindi in posizione difensiva, creando una holding che detiene oltre il 50% del capitale, per sbarrare la strada al rivale. Ora, dopo ben 5 processi, l'accordo: il gruppo Arnault e le società controllate si impegnano a non acquistare azioni Hermès per cinque anni. Immediate le reazioni alla Borsa di Parigi dove Hermès ha ceduto il 3%, dopo aver toccato perdite a due cifre, mentre Lvmh ha chiuso in rialzo del 3%. «La delusione degli investitori si spiega con la perdita dell'interesse speculativo - commenta David Pambianco, vicepresidente di Pambianco Strategie d'impresa -: in futuro, il titolo si riassesterà su valori che rispecchiano le performance, peraltro ottime, dell'azienda». Axel Dumas, ad di Hermès, e Bernard Arnault si dichiarano entrambi soddisfatti: ma chi è il vincitore? «Direi al 70% Hermes e al 30% Lvmh. La famiglia Dumas ha ottenuto lo scopo di evitare la scalata, e al tempo stesso un'iniezione di liquidità per il titolo. Dal canto suo, Arnault vede riconosciuta la sua posizione di azionista importante, senza più contestazioni. Può decidere di vendere o magari di tornare alla carica tra 5 anni e un giorno: Hermès è guidata da una famiglia con tanti componenti, e qualcuno potrebbe cambiare idea».
Intanto, il mondo del lusso punta i riflettori su Roberto Cavalli: secondo Wwd , avrebbe firmato una lettera di intenti per la cessione del 60% della società alla banca d'investimento russa Vtb Capital, che metterebbe sul piatto circa 500 milioni.
Una cifra che valuta la griffe fiorentina 830 milioni, 37 volte il margine operativo lordo del 2013: un record, visto che, in Borsa, Hermès stesso capitalizza 20 volte l'Ebitda e Ferragamo circa 14 volte. Ma per i russi, in questo momento, mostrare di essere ancora forti finanziariamente conta più di ogni altra cosa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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