Il Fondo Atlante anche nel 2017 ha continuato a pesare sui bilanci dei numerosi sottoscrittori. In particolare di Cassa Depositi e Prestiti, uno dei maggiori, che due anni precedenti si era impegnata fino a 500 milioni per il varo del Fondo che ha poi bruciato gran parte delle sue risorse (impegni per oltre 4 miliardi) nel tentativo di salvataggio delle banche venete. Cdp, nella relazione finanziaria annuale, indica un'ulteriore rettifica di valore per 106 milioni nel 2017 in conseguenza dell'azzeramento delle partecipazioni del Fondo, gestito da Quaestio Sgr, nelle due banche venete finite in liquidazione nel giugno scorso. Il valore complessivo delle quote del Fondo Atlante di proprietà di Cassa a fine 2017 è sceso così a 61,5 milioni dopo rettifiche in due anni, per totali 400 milioni (296 milioni sul bilancio 2016).
Cdp ricorda poi di aver impegnato, a fine 2017, altri 70 milioni nel fondo ex Atlante 2, nato per investire sullo scopo sociale per cui era stato disegnato anche il primo: acquisire i crediti deteriorati delle banche italiane e ridurre così il fardello che aveva creato un rischio sistemico per il settore.
Italian Recovery Fund, nuovo nome di Atlante 2, ha registrato impegni complessivi per circa 2,5 miliardi e a fine 2017, segnala il sottoscrittore Cdp, ha richiamato risorse per 1,26 miliardi (51% degli impegni) utilizzate in gran parte per la maxi cartolarizzazione di Mps nonchè per rilevare i crediti in sofferenza delle quattro banche finite in risoluzione nel 2015 e delle tre Casse dell'Italia centrale cedute a Agricole Cariparma lo scorso anno con l'ausilio dello Schema volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi.RE
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