Atlantia, l'Opa dei Benetton a 23 euro

Operazione con Blakstone da 12,7 miliardi, obiettivo è il delisting. Il titolo fa +4,3%

Atlantia, l'Opa dei Benetton a 23  euro

Un'offerta pubblica di acquisto a 23 euro ad azione. È questo il prezzo che è disposta a pagare la famiglia Benetton (con Blackstone) per blindare definitivamente il controllo di Atlantia, in mano alla dinastia veneta da 23 anni. Un prezzo che valorizza la società a 19 miliardi e che, per chi dovesse aderire, rappresenta un premio del 5,3% sulla chiusura di mercoledì e del 24,4% rispetto al 5 aprile 2022 (ultimo giorno di Borsa aperta prima dei rumor su una potenziale operazione sul capitale di Atlantia).

Una nuova rivoluzione per la holding che controlla anche AdR. Dopo aver «perso» il braccio autostradale italiano Aspi (ceduto a Cdp per 8,2 miliardi a seguito di una lunghissima trattativa legata al crollo del Ponte Morandi), ora Atlantia sarà delistata, ovvero non sarà più quotata in Borsa. E quindi non sarà più contendibile. Un'operazione allo studio da tempo ma concretizzatasi ora per neutralizzare le velleità di Florentino Perez, numero uno di Acs, che voleva mettere le mani sulla holding italiana.

L'operazione costruita da Andrea Valeri, numero uno di Blackstone per l'Italia che ha tessuto le relazioni tra la famiglia Benetton e il quartier generale del fondo americano a New York, avverrà attraverso la società Schemaquarantatrè (Bidco) controllata a monte dalla holding Schemaquarantadue (Holdco), controllata a sua volta al 65% da Edizione (tramite Sintonia) e al 35% da Blackstone.

Numeri alla mano, il fondo Usa mette sul piatto 4,48 miliardi mentre altri 8,22 miliardi sono assicurati da un pool di banche: quest'ultimo importo corrisponde, per entità, all'incasso che farà Atlantia al closing della vendita di Aspi allo Stato. In totale l'Opa sul 66,9% del capitale sarà di 12,7 miliardi.

Nella Holdco entrerà anche Crt, cui farà spazio il fondo anglosassone, con la sua quota del 4,5% in due passaggi: prima con lo 0,76% che la Fondazione torinese si è già impegnata ad apportare all'offerta, poi coi proventi del restante 3,78% su cui il consiglio di indirizzo dell'ente delibererà entro il 22 aprile. La soglia d'Opa è stata fissata al 90% e chi aderirà prima del 29 maggio porterà a casa il dividendo e quindi 0,74 centesimi in più ad azione, oltre ai 23 euro proposti.

«L'operazione annunciata - ha commentato il presidente di Edizione Alessandro Benetton - rappresenta un momento fondamentale nella storia di Edizione. Come più volte ribadito, il nostro investimento in Atlantia ha natura strategica ed è una nostra ferma volontà continuare a concorrere allo sviluppo sostenibile della società, mantenendone il radicamento italiano e valorizzando l'attuale disegno industriale». «Attraverso la partnership con la famiglia Benetton e la Fondazione Crt siamo lieti di supportare Atlantia sia nel processo di consolidamento della sua leadership nel settore delle infrastrutture europee sia nella salvaguardia della sua gloriosa eredità culturale», ha aggiunto Valeri. Atlantia in Borsa ieri si è adeguata quasi al prezzo dell'Opa. Il titolo ha chiuso a 22,83 euro (+4,29%). Il mercato, dunque, almeno per ora non crede a un rilancio da parte di eventuali contendenti.

Nelle sale operative si ritiene, poi, che una volta delistata sarà più facile per i Benetton

intervenire al meglio su un asset in cui credono. Proprio gli analisti di Kepler, ad esempio, sottolineano che se Atlantia «è una società privata, il nuovo piano industriale volto a rafforzarla sarà più facilmente realizzabile».

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