Le vendite in Europa di automobili hanno chiuso il 2014 ritrovando dopo 6 anni un dato positivo (13 milioni 6.451 unità, il 5,4% in più rispetto al 2013), ma ancora ben lontano dagli oltre 15 milioni del periodo pre-crisi. «Il mercato - commenta Carlos De Silva, di Ihs Automotive - resta fragile, il paziente Europa non è completamente guarito. Del resto, alcuni Paesi del Sud (Italia in primis, ndr ) avevano raggiunto livelli bassi tali che la domanda è stata alimentata dalla necessità non più rinviabile di cambiare veicolo». Dello stesso parere è Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor) il quale, però, aggiunge che in Italia «è mancato qualsiasi segnale di miglioramento del quadro economico».
A chiudere con il segno più sono stati i mercati più importanti, ma è della Spagna il dato più eclatante: +18,4%, rispetto al +9,3% britannico, al 4,2% italiano, al +2,9% tedesco e al risicato +0,3% della Francia. A dare slancio alle vendite di Madrid è stato, senza dubbio, il successo del riproposto «Plan Pive», che favorisce la sostituzione di vetture e furgoni inquinanti con mezzi più virtuosi come emissioni e consumi. Ancora una volta in testa alla classifica dei gruppi si trova Volkswagen con tutti i suoi marchi che ha portato a 3 milioni 95mila le unità vendite (+7% e 25,5% di quota mercato). All'interno della galassia tedesca crescita a due cifre (13,9 e 13,5%) per Skoda (la Octavia è presente nella top ten dei modelli più venduti negli 11 mesi) e Seat. Per Fca settima posizione con 767.856 veicoli consegnati (+3,5% e 5,9% di quota, in calo dello 0,1% nell'anno). Nel gruppo italo-americano spicca il risultato di Jeep, le cui vendite sono aumentate del 69,6% a oltre 41mila unità. Giù Alfa Romeo (-8,2% con le immatricolazioni a sole 59.198 unità) Il dato del Biscione è pesante, basandosi solo due modelli (MiTo e Giulietta). Il 2015 dovrebbe essere l'anno della risalita (in giugno la presenteazione della Giulia, sempre che mantenga questo nome), ma bisognerà aspettare il 2016 e oltre per vedere numeri degni del blasone del marchio. Più che raddoppiate (8.200 unità) le immatricolazioni per Maserati e Ferrari.
Tra i segni positivi «double digit» anche quello di Dacia (+23,3%). L'impennata delle vendite di Skoda (Vw) e Dacia (Renault), marchi cosiddetti low cost , sono lo specchio di come la domanda abbia privilegiato, a causa della crisi, il contenimento della spesa. Pesante la caduta di Chevrolet (-73,1%) in uscita dall'Europa. Nell'ambito premium , Audi ha avuto la meglio, nell'ordine, su Bmw e Mercedes. Tutti in crescita, comunque, i tre marchi tedeschi.
Il cambio di modello deve invece essere all'origine del dato negativo di Smart (-14,9%).Da segnalare, infine, che allo scorso novembre è sempre la Golf a guidare la top ten dei modelli più venduti. A uscire dalla classifica la Fiat 500.
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