Che botta il mercato dell'auto in Italia a febbbraio: -8,8%. Dato aggravato dal fatto che si confronta con lo stesso mese del 2019, pure in sofferenza: -2,4%. C'è stato l'effetto deterrente coronavirus (negli ultimi giorni di febbraio, rileva il Centro studi Promotor, il 79% dei concessionari dichiara un basso livello di affluenza e il 75% pochi ordini), ma il vero bilancio della paura da contagio è previsto a fine marzo. Concessionari in allarme, dunque, e così anche gli operatori delle officine che continuano a ricevere disdette.
«In mancanza di interventi di politica economica efficaci - afferma Adolfo De Stefani Cosentino (Federauto) - prevediamo per il 2020 una flessione delle immatricolazioni che può raggiungere anche il 10%». «Il canale privati segna una perdita del 19% - osserva Michele Crisci (Unrae) -; siamo davanti a numeri che ci riportano al 2013, al punto più basso del mercato».
«Al netto dell'effetto coronavirus - commenta Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor) - la situazione del mercato italiano era già tutt'altro che rassicurante. L'inatteso calo del Pil nel quarto trimestre 2019 e il peggioramento del quadro economico a livello globale, rendono, infatti, sempre meno probabile il raggiungimento, nel 2020, di quota 2 milioni di immatricolazioni. Intanto, l'anzianità media del nostro parco è ulteriormente aumentata e, sulla base di questo inizio del 2020, è facile prevedere che salirà ancora. Le conseguenze saranno negative sia in termini di inquinamento sia, e soprattutto, in termini di sicurezza della circolazione». A tutto questo, come puntualizza Paolo Scudieri (Anfia), si aggiunge «il peggiorato clima di fiducia dei consumatori». «Ci auguriamo - prosegue l'imprenditore - che a breve si avvii un processo di normalizzazione affinché tutte le aziende del settore, a maggior ragione quelle della filiera automotive, possano contenere le perdite e ritornare competitive sui mercati internazionali».
Il momento complesso attraversato dal Paese non impedisce, però, la crescita degli acquisti di vetture elettrificate. Per quelle ricaricabili l'aumento è di 7 volte superiore rispetto a un anno fa. Le auto elettriche hanno raggiunto l'1,6% di quota mercato e quelle ibride plug-in (ricaricabili) lo 0,7%. Calcolando l'insieme di elettriche, ibride e ibride ricaricabili la penetrazione tocca ora il 12,6%, la più elevata di sempre. Male, ma non è una novità, il diesel, la cui richiesta scende del 30% (-27% nel bimestre). Giù anche l'offerta a benzina (-3%) e quella Gpl (-11%), bene invece il metano (+81%). I gruppi: Fca segna un -6,7%, ma una quota in aumento dal 24,81% al 25,37% (da gennaio -3,4% e quota al 25,5%).
In controtendenza il mercato delle due ruote. «A febbraio, riferisce Paolo Magri (Ancma) - la domanda è salita dell'11,8% rispetto allo stesso mese del 2019, incremento alimentato sia dagli scooter (+11,1%) sia dalle moto (+12,5%)».
Annullato il Salone internazionale dell'auto di Ginevra, come precauzione per il coronavirus, conferenze stampa e presentazioni avvengono in virtuale. Tra gli interventi più attesi oggi, quello di Carlos Tavares, ad di Groupe Psa e futuro capo di Fca-Psa, ovviamente da remoto.
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