
Il dato delle immatricolazioni di auto in Italia ad aprile è positivo (+2,7%), anche se sotto di 3,5 punti rispetto a marzo. Ancora giù, invece, le vendite di furgoni: -9,2%. È comunque grazie al noleggio a lungo (+25,8%) e a breve termine (+12,8%), insieme alle aziende che acquistano privatamente, che il mercato resta sopra la linea di galleggiamento. Il canale dei privati segna, invece, una flessione del 4,9%. Tutti numeri che portano Dataforce a prevedere, per quest'anno, vendite per 1,605 milioni di auto, in crescita del 2,3% sul 2024. Più pessimista, invece, il Centro studi Promotor che stima un volume di immatricolazioni di 1,485 milioni. «Un livello decisamente infimo - commenta il presidente Gian Primo Quagliano- rispetto alla situazione ante-crisi e che non consente la regolare sostituzione delle auto di un parco circolante che, nel 2023, aveva toccato quota 40.915.229 unità».
Secondo Quagliano, «il miracolo di un circolante che cresce, mentre le vendite restano su livelli infimi, si spiega con il fatto che gli italiani, per continuare a usare l'auto, mantengono in esercizio un numero notevole di vetture usate che in tempi normali sarebbero state già rottamate. In aprile sono state acquistate 475.733 auto usate (+6,5%), quasi 2 milioni (+5,2%) nel quadrimestre». Resta sempre impietoso il raffronto con il 2019 pre-Covid e crisi varie: -20,5% sull'aprile di quell'anno. Salgono le auto elettriche (+108%), ma la quota resta sempre bassa (4,8% ad aprile). Bene, sottolinea Dataforce, le full hybrid e le plug-in: +33%. Quasi invariate le benzina (-0,88%) e male l'opzione con motori Diesel (-18%).
Tra i gruppi, Stellantis rimane stabile (-0,1%), ma quota in calo al 30,6% in aprile. Positivi questi marchi: Peugeot +48,2%, Jeep +30,1%, Opel +4,4%%, Alfa Romeo +42,3%, Ds +229,1%; sempre male Lancia (-77,4%) e Maserati (-18,4%), mentre Fiat (-19,7%) attende l'«effetto Grande Panda» e Citroën segna -19,5%.
Continua l'avanzata cinese sul nostro mercato: Saic con Mg fa +50,6% per una quota nel mese del 3,9%, Byd consolida l'1,2% di penetrazione, mentre Omoda si avvicina all'1%. Giù Dr, che importa veicoli dalla Cina e li omologa per l'Europa con i suoi marchi. Il calo del 18,6% sarebbe da inquadrare nel momento di espansione dell'azienda guidata da Massimo Di Risio nel Vecchio continente.
Interessante l'analisi di Dataforce relativa alle sanzioni anti CO2, le stesse che la Commissione Ue ha annunciato di far slittare di tre anni, che i
costruttori di veicoli presenti in Italia avrebbero accumulato: oltre 1,3 miliardi da gennaio. Le emissioni si sarebbero attestate a 117 grammi per chilometro di CO2 a fronte del nuovo target Ue di 93,6 grammi per chilometro.
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