Auto, ora il crollo spaventa Marchionne

«Non ho mai visto un numero così basso in vita mia, è esattamente la direzione opposta al Brasile e al Nord America che sono andati alla grande»: per Sergio Marchionne, dal 29 agosto in Italia dopo aver trascorso parecchie settimane negli Usa, l'impatto con la realtà europea non è stato dei più morbidi. Se Oltreoceano e in Brasile il mercato tira, con l'auspicio che anche la Dodge Dart, prima berlina Usa su base Alfa riesca a conquistare il mercato con i suoi bassi consumi, da noi la situazione è all'opposto. In attesa dei dati europei, l'Italia continua a marciare come i gamberi: -20% le vendite di auto in agosto (nono calo consecutivo a due cifre). «Con il ritocco verso il basso a 1,37 milioni di unità per il 2012 - spiega Gian Primo Quagliano (Promotor) - siamo a un livello inferiore del 42% alle immatricolazioni medie annue del periodo precedente la crisi globale dell'economia, iniziata nel 2008. Questa crisi, però, è per l'auto ormai superata, dato che il mercato è in ripresa in tutto il mondo, tranne che nell'area euro».
Marchionne, per ora, si gode solo i buoni risultati in Brasile dove la Fiat Automovies ha battuto il suo record di produzione e vendite in 36 anni di presenza. Ad assecondare la voglia di auto, al contrario di quanto sta avvenendo in Italia, è il governo di Brasilia che, per combattere gli effetti della recessione internazionale sull'economia locale, ha ridotto il tasso basico degli interessi portandolo dal 12,5% del giugno 2011 all'attuale 7,5%. Non è un caso, in proposito, che nella classifica dei 50 modelli più venduti nel mondo, guidata dalla Ford Focus, l'unica italiana presente sia la Fiat Uno (il nuovo modello è stato lanciato due anni fa in Brasile al prezzo di11mila euro). I dati italiani, invece, tengono in apprensione Marchionne e, con lui, chi lavora nella fabbriche del gruppo Fiat, ormai abbonati alla cassa integrazione. Se non si vende, le fabbriche non «girano» per cui una soluzione va trovata. E visto che il governo latita sul tema auto, tocca a Marchionne trovare l'antidoto. Quale? Lo si conoscerà ufficialmente il 30 ottobre, quando il top manager svelerà il nuovo aggiornamento al piano industriale. È ilcaso che, se dovesse esserci, l'incontro con il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, avvenga il più rapidamente possibile. Marchionne non punta sugli incentivi, è vero, ma un piano di sviluppo organico del settore non è più rinviabile.
Nonostante gli sconti e le promozioni messe in campo dai costruttori, il mercato non dà segni di vita. E a indispettire ancora di più le case costruttrici, come sottolinea Romano Valente (Unrae), è il fatto che «tra i 150 tavoli della crisi che impegnano il governo, non ce n'è uno che si occupi seriamente della filiera dell'auto, che sta generando perdite di gettito Iva a fine anno per 2,3 miliardi e un concreto pericolo occupazionale per almeno 10mila addetti diretti. La verità è che siamo tornati indietro di 50 anni». Guardando i dati sulle immatricolazioni di agosto a dominare è il segno meno, anche per le società meno abituate (Hyundai -0,28%). Solo la coreana Kia e la britannico-indiana Land Rover risultano essere premiate: +77,6% e +63,5%. E ora il gruppo Fiat: nel complesso il calo delle immatricolazioni, considerando tutti i marchi (incluso Jeep) è stato del 20,59%. Poco mossa, invece, la quota di mercato: 29,58% rispetto al 29,72% di un anno fa. Negli otto mesi la riduzione delle immatricolazioni è stata del 20,20%. Da notare il -71,43% di Maserati e il -62,5% di Ferrari; i potenziali clienti stanno alla larga dai bolidi perché, seppur in regola con il fisco, sono esposti a continui controlli. Tutti negativi i segni degli altri brand italiani: Alfa Romeo -20,49%, Fiat -17,54%, Lancia/Chrysler -31,69% e le americane del Lingotto, ovvero Jeep-Dodge, -24,48%.
Intanto Marchionne prosegue con l'«italianizzazione», in senso di garantire una maggiore efficienza, dei modelli del gruppo Chrysler per il mercato Usa.

AutomotiveNews, in proposito, pubblica alcune anticipazioni del piano triennale che Marchionne dovrebbe esporre il prossimo 10 settembre alla convention dei concessionari Usa di Las Vegas. In particolare, le nuove Chrysler 200 e Jeep Cherokee saranno realizzate sulla piattaforma allungata della Dart, a sua volta derivata dall'Alfa Giulietta.

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