Azimut, maxi-cedola di 2 euro E il patto prenota un altro 10%

Giuliani: «Un'Opa ostile su di noi? Soldi buttati»

Azimut, maxi-cedola di 2 euro E il patto prenota un altro 10%

Azimut si prepara a distribuire in primavera un dividendo di 2 euro per azione, il doppio del 2016, forte di un utile netto 2017 previsto, secondo le proiezioni del gruppo, tra 215 e 225 milioni, il secondo miglior risultato di sempre. L'annuncio è arrivato alla convention del gruppo iniziata ieri (andrà avanti anche oggi) a Montecarlo che ha riunito tutti i consulenti, i gestori ed analisti provenienti dai 17 Paesi del mondo dove Azimut è presente. Spinto dalla notizia, il titolo ieri ha guadagnato in Borsa il 12,7 per cento.

Gli aderenti al patto di sindacato di Azimut Holding, riuniti in Timone Fiduciaria stanno studiando il rafforzamento della partecipazione. «Abbiamo deciso di mettere in piedi un leverage buy out. Cioè di utilizzare la leva per acquistare un altro 10% circa di Azimut dall'attuale 15% che è controllato dal patto di sindacato», ha detto il presidente Pietro Giuliani sottolineando che l'operazione potrebbe avvenire magari con qualche partner e nel giro di qualche mese, rilevando azioni sul mercato. «In questo modo ci porteremo a ridosso della soglia d'Opa, pari al 25%. Se qualcuno vuole fare un'Opa ostile su Azimut butta i soldi perché il 15% della società è controllato dalle 1.400 persone che ci lavorano e se quel qualcuno si compra Azimut ce ne andiamo, quindi si prende solo il marchio».

Il gruppo ha registrato una raccolta netta record di 6,8 miliardi, portando così il patrimonio complessivo oltre 50,4 miliardi, +16% rispetto a fine 2016, superando con due anni di anticipo il target di 50 miliardi indicato nel business plan al 2019.

Alla fine del 2017 il totale del patrimonio gestito dalle realtà non italiane ha raggiunto il 25% del totale contro il 15% preventivato. Alla luce di questi risultati, la società ha confermato un utile netto consolidato di 300 milioni entro il 2019.

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