Azimut sbarca in Turchia e studia la supercedola

nostro inviato a Istanbul

A Istanbul, la città a cavallo di due continenti, Azimut presenta una joint venture che lancia un ponte tra Europa e Asia. Il principale gruppo italiano indipendente nel settore del risparmio gestito, si allea con Global Investment Holding, società quotata alla Borsa di Istanbul, dando vita ad Az Global. «Il mercato turco del risparmio gestito - spiega Pietro Giuliani, presidente e ceo del gruppo Azimut - è in forte espansione soprattutto ora che anche i loro tassi di crescita stanno rallentando, rendendo più interessanti per gli investitori locali alternative ai titoli di Stato. Per capire le potenzialità del mercato turco basta pensare che tutta la raccolta turca - 28,2 miliardi di dollari - è poco più grande delle masse gestite da Azimut globalmente, che ammontano a 24 miliardi». Ma vale anche l'inverso, ovvero la possibilità per i clienti italiani di investire in un mercato in grande crescita. «Il pil turco - spiega l'economista Denis Gokce - è cresciuto intorno al 4% nel 2011-2012 . È un'economia in piena crescita. L'export ha abbondantemente superato la domanda interna e ci sono molti potenziali investitori: il che fa della Turchia uno dei mercati più interessanti».
Ma non è l'unico ad interessare Azimut. «Nei Paesi emergenti - spiega Giuliani - ogni minuto 50 persone comprano casa ed entrano così a far parte della classe media diventando potenziali investitori. Siamo già in Cina e a Hong Kong e in America Latina guardiamo soprattutto ai Paesi di lingua spagnola, come Colombia, Perù e Cile, le cui Borse insieme valgono quanto quella del Brasile». Entro il 2014 la società punta a raddoppiare non solo la raccolta totale passando a 28 miliardi di euro di masse gestite, ma anche la percentuale gestita all'estero (dal 5 al 10%) ». Tutto questo senza dimenticare l'Italia, che è ancora il mercato leader per Azimut.

«Nel 2009 abbiamo realizzato l'utile record di 118 milioni, e nel 2012 contiamo di superarlo. Se non useremo la cassa per operazioni finanziarie, quando supereremo i 200 milioni di posizione finanziaria netta, avremo anche un extra dividendo», conclude Giuliani.

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