«Baco» Huawei per la rete Vodafone

Scoperta una vulnerabilità che risale al 2009, poi risolta nel 2012

Vodafone ha trovato una «backdoor» su prodotti Huawei: vulnerabilità nascoste nel software che avrebbe potuto dare al gruppo cinese e a terze parti la possibilità di accedere, senza autorizzazioni, alla rete fissa di Vodafone in Italia. Lo afferma Bloomberg, che ha potuto esaminare i documenti sulla cybersicurezza del 2009-11. Le problematiche sono datate 2009 e sarebbero state risolte tra 2011 e 2012.

La «backdoor» a cui Bloomberg fa riferimento - ha replicato Vodafone - è Telnet, un protocollo utilizzato da molti fornitori del settore per l'esecuzione di funzioni diagnostiche che però non sarebbero state accessibili dal web». Inoltre, secondo Vodafone, tali vulnerabilità non avrebbero potuto dare a Huawei l'accesso non autorizzato alla rete fissa della compagnia. «Non ci sono prove - aggiunge Vodafone - di accessi non autorizzati». Il gruppo sottolinea inoltre che i problemi sono stati identificati da test di sicurezza indipendenti nell'ambito delle misure di sicurezza che sono di routine per il gruppo di tlc. Huawei, guidata da Ren Zhengfei, ha confermato la presenza del problema assicurando però che le vulnerabilità non erano «backdoor», ossia porte d'accesso inserite nei software, ma semplici bug (bachi, ovvero difetti) di sistema. «Eravamo informati - ha detto Huawei - e, all'epoca avevamo adottato le dovute misure correttive».

La vulnerabilità dei software rappresenta una sfida per l'intero settore. Come ogni fornitore di Ict, disponiamo di un sistema di rilevazione e risoluzione dei problemi che, una volta identificati, ci permette di lavorare a stretto contatto con partner per risolverli».

Insomma la volontà degli Stati Uniti di tenere lontano il produttore cinese dalle reti di tlc di Usa e Europee non è del tutto infondata. Il problema è che bandire Huawei dallo sviluppo delle reti 5G significherebbe rallentare l'arrivo di questa tecnologia mobile.

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