Economia

Le banche affilano le armi. È stangata per i correntisti

Le banche rispondono alla politica dei tassi negativi della Bce incrementando gli oneri sui conti correnti. Ecco le novità più importanti

Le banche affilano le armi. È stangata per i correntisti

Aumentano gli oneri sui conti correnti e sui depositi elevati mentre molti istituti online non sono più gratuiti: è questa la risposta delle banche alla politica monetaria Bce e ai tassi d'interesse sotto zero.

In altre parole, come spiega il quotidiano La Repubblica, gli istituti di credito affilano le armi e si rifanno sui poveri clienti. In che modo? Rincarando i costi dei conti, con un occhio di riguardo su quelli che presentano maggiore liquidità. Rincari, è bene sottolinearlo, ben sopra l'inflazione.

Per quale motivo? Semplice: per alleggerirsi dalle misure prese dalla Banca Centrale Europea al fine di ridare ossigeno alle economie d'Europa. Dal 2014 in poi, infatti, la Bce ha portato i tassi sui depositi bancari sotto la soglia dello zero, facendo pagare penali agli istituti vigilati. Stando alle stime di Deposit Solutions, tale somma ammonterebbe a 25 miliardi nel periodo compreso tra il 2014 e il 2019. Un miliardo è stato pagato dalle banche italiane.

Ecco che numerose banche, italiane comprese sono passate ai ritocchi commerciali (leggi: aumenti di costi), i quali, spesso, sono giustificati anche da diciture come costo dei salvataggi di sistema.

Le strade battute sono due: la prima prevede l'aumento dei costi del c/c mentre la seconda preclude penalità sulle giacenze più alte. Bankitalia ha illustrato sul 2018 un rincaro di 7,5 euro per la gestione di un conto tipico a 87 euro mesi. Il portale SosTariffe.it ha scavato più a fondo, portando alla luce rincari medi del 29% per le banche online e del 27% per quelle tradizionali. Detto altrimenti, se una coppia intende mantenere un conto digitale non dovrà più pagare 45 euro ma 60; va peggio alla famiglia media, che sfonda il tetto dei 70 euro.

Insieme agli istituti tradizionali anche le banche online hanno preso le contromisure, dato che stanno progressivamente abbandonando la gratuità. C'è chi ha sostituito la politica dei costi zero con oneri di gestione pari a 3,95 euro mensili e chi ha portato il canone annuo sulla versione digital a 12 euro (prima era esente da costi).

Come cambiano i costi delle banche

Capitolo gestione della liquidità: anche qui i costi sono spuntati come funghi. La spiegazione delle banche è semplice: i tassi negativi imposti dall'Europa avevano “fatto venire meno l'equilibrio tra costo per la banca del servizio offerto e condizioni economiche applicate”. Ogni banca ha optato per misure differenti.

Alcuni hanno scelto di perseguire un tasso negativo sui depositi oltre il milione di euro. Dunque, per la clientela al minuto niente tassi negativi ma un rincaro delle spese su alcuni tipi di conti, per importi compresi tra 0,75 e 2,35 euro al mese; per le imprese, fondi monetari o tassi negativi. Altri si riservano di applicare, già da qualche mese, una commissione di 33 euro ogni 100mila sul conto di imprese non "micro" e consenzienti.

Altri istituti, da almeno un paio di anni, hanno piazzato costi mensili sulle giacenze: 1 euro fino a 5mila, 2 euro fino a 10mila e 4 euro per tutte le altre somme più alte. Troviamo poi istituti che hanno chiuso i "costi zero" e applicano, da ora in avanti, oneri da 3,95 al mese per gestire i conti.

Presenti all'appello anche coloro che hanno introdotto un canone di 12 euro annuo sul conto onlinee chi, infine, ha aumentato di 16,3 euro i costi di gestione dei conti base, già gravati con spese precedenti.

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