Bari e i tempi della Vigilanza

Bari e i tempi della Vigilanza

Banche: la storia si ripete. Ora è la volta della Popolare di Bari, salvata per decreto e commissariata. Pessima gestione finanziaria, management imbarazzante, autorità di controllo poco presente. Vittime? I risparmiatori. Come per Mps, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Carige, le quattro banche territoriali. E mi fermo qui, perché è Natale.

La politica che adesso si scaglia contro Bankitalia, lo fa per speculazioni a fini elettorali. Per non dire dei penosi litigi sulla presidenza dell'inutile Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche. La riforma di Bankitalia è necessaria, urgente. Perché, come si evince dal crac della Popolare di Bari a meno che qualche funzionario sia stato complice siamo alla domanda di sempre: che poteri ha Bankitalia?

Sono convinto che vada sganciata dalle invadenze delle politica. Sburocratizzata. Autonoma per vigilare al meglio. L'Istituto patisce il male atavico delle nostre autorità di controllo: il ritardo nel passare all'azione.

Chissà perché a un certo punto il meccanismo si inceppa e il tutto procede con la flemma del bradipo. Eppure, i professionisti di Bankitalia sono bravi nell'indagare e nel produrre dettagliati report, peccato che poi rimangano lì, magari infilati in un cassetto. In attesa che un domani qualcuno lo apra. Ed è per questo corto circuito che diverse banche hanno potuto e possono continuare allegramente a operare con gestioni opache; con metodi inaccettabili, penso ai vertici sempre vessatori con i malcapitati funzionari (le pressioni sono per lo più vocali, pressoché assenti i riscontri digitali e cartacei) costretti a una stressante quotidianità a danno del cliente. Con la minaccia di sanzioni pesanti ed umilianti, fino al licenziamento.

Un clima avvelenato, «truccato». Una vicenda da BancaRotta, come scrissi in un libro di qualche anno fa proprio sui misfatti del Sistema Banche e i vizi di Bankitalia.

www.pompeolocatelli.it

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