Bayer tratta le nozze con Monsanto

Operazione da 42 miliardi di dollari. Nascerà un colosso dei pesticidi

Dal matrimonio nascerà un colosso delle sementi e dei pesticidi pronto a fare la rivoluzione nell'agribusiness. Bayer ha inviato un'offerta per comprare Monsanto e il consiglio di amministrazione del gruppo biotech ha avviato l'esame dei termini, mettendo in guardia che non ci sono assicurazioni sul fatto che le trattative si tradurranno in un accordo.

L'attenzione è ora, secondo gli analisti, sulle prossime mosse di Basf, l'altra big tedesca del settore che potrebbe rilanciare. I dettagli dell'operazione non sono ancora chiari, ma il suo valore sarà di oltre 42 miliardi di dollari, in quello che potrebbe essere il maggiore accordo nei 150 anni di storia di Bayer. All'intesa l'amministratore delegato del colosso tedesco, Werner Baumann, lavora da tempo, dalle due settimane successive alla sua nomina alla guida di Bayer. Per una società tedesca si tratta di una mossa ambiziosa, che arriva però nell'ondata di consolidamento che ha travolto il settore. Ma anche sulla spinta delle iniziative avviate dall'ex amministratore delegato, Marijin Dekker, dal quale Baumann ha ereditato una Bayer dimagrita e meno avversa al rischio, ma dotata di un sostanziale debito. Bayer ha debito di 17,45 miliardi di euro alla fine del 2015, il doppio rispetto ai 7,01 miliardi di euro del 2011.

«Dal punto di vista finanziario è una grande forzatura. Non sono sicuro sia una buona mossa», commenta Markus Manns, manager di Union Investment, investitore di Bayer. L'offerta - mette in evidenza Bayer - rientra nell'ambito dell'ondata di accordi che il settore sta sperimentando. «Stiamo assistendo a un considerevole consolidamento del mercato», sottolinea Reiner Hoffmann, membro del consiglio di supervisione di Bayer.

Le trattative arrivano infatti dopo la maxi fusione fra Dow Chemical e DuPont da 130 miliardi di dollari. E a quasi un anno di distanza dal tentativo di Monsanto di acquistare Syngenta.

Un tentativo fallito con la società svizzera che ha respinto l'avance non ritenendola adeguata: i 46 miliardi di dollari messi sul piatto da Monsanto non sono stati infatti ritenuta una cifra adeguata a soddisfare gli azionisti.

Syngenta ha preferito convolare a nozze con la cinese ChemChina, sollevando dubbi fra le autorità americane scettiche sull'intesa e sul suo impatto sulla sicurezza alimentare e su come Pechino approva gli ogm americani.

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