Economia

Berlusconi: «Pronti i nostri 5,5 miliardi»

Il piano di salvataggio da circa 120 miliardi per la Grecia è ormai pronto: oggi dovrebbe giungere l’accordo fra il governo di Atene e la «troika» formata da Commissione Ue, Bce e Fondo monetario internazionale; e domani, in una riunione straordinaria a Bruxelles, i ministri finanziari dell’Eurogruppo daranno il via libera politico all’operazione, rivelandone le cifre. Al pacchetto di aiuti finanziari potrebbero partecipare, con uno o due miliardi di euro, anche le banche tedesche che, è bene ricordare, sono creditrici della Grecia per oltre 32 miliardi.
L’Italia, conferma Silvio Berlusconi, parteciperà con 5,5 miliardi per il 2010, su un totale di 30 miliardi messia disposizione dai paesi dell’Eurogruppo: il prossimo Consiglio dei ministri approverà un apposito decreto legge. «Dai mercati - ricorda inoltre il premier, riferendosi al buon risultato dell’ultima asta di titoli di Stato - è giunto un attestato di fiducia nei confronti dell’Italia».
Per i greci, invece, sono in vista almeno tre anni di «lacrime e sangue». L’accordo con Commissione, Bce e Fmi prevede una manovra da 24 miliardi di euro per riportare il deficit di bilancio dall’attuale 13,6% fino a circa il 3% a fine 2012. Nel mirino le tredicesime e le quattordicesime, che saranno eliminate per impiegati pubblici e per i pensionati oltre un certo reddito. In totale, gli statali subiranno un taglio retributivo del 14%, e i loro stipendi resteranno congelati per tre anni. Sarà approvata la liberalizzazione del diritto di cabotaggio, nonostante le proteste dei «camalli» greci. L’aliquota Iva del 21% dovrebbe salire al 23 o forse al 24%, e aumenteranno del 10% le accise sui carburanti, i tabacchi e gli alcolici. Sotto la scure anche i bonus del settore privato, la pensione «ereditaria» di 1000 euro per le figlie non sposate degli statali, i prepensionamenti a 50-55 anni per i lavori usuranti (fra cui il parrucchiere e l’anchorman televisivo). I tagli produrranno una inevitabile recessione, e l’aggravarsi della disoccupazione: ad esempio, metà dei giornali greci è a rischio chiusura.
Insomma, il party è finito. «La Grecia - spiega il primo ministro George Papandreu - ha bisogno di queste misure per stare in piedi sulle sue gambe, per sopravvivere». I sindacati si preparano alle proteste, ma questa volta il governo greco non ha alternative: il 19 maggio deve rifinanziare titoli del debito pubblico per circa 9 miliardi di euro, che non può reperire sul mercato. L’alternativa è fra il prestito Ue-Fmi da 45 miliardi di dollari per quest’anno (e cifre analoghe per i prossimi due anni) e il fallimento, o «l’apocalisse», come l’ha definita Papandreu. Il piano-shock di austerità dovrebbe essere approvato dal governo di Atene nei primi giorni della prossima settimana.
I governi europei si preparano anch’essi a votare il pacchetto di salvataggio. La Germania dovrebbe sbloccare la sua quota di oltre 8 miliardi entro venerdì. In Italia, il Consiglio dei ministri varerà il decreto legge martedì o mercoledì. «Siamo pronti, non ci sono problemi - spiega da Berlino Giulio Tremonti - anche perché l’opposizione voterà a favore». Il ministro dell’Economia ricorda anche il buon esito dell’asta di titoli pubblici di giovedì scorso: «É stata una buona giornata per il debito italiano, con un massaggio positivo per il mercato nel suo complesso». La buona tenuta del vascello Italia nella tempesta viene confermata dalle due principali agenzie di rating: nessun cambiamento di giudizio in vista, assicurano Moody’s e Standard & Poor’s. Moody’s ha invece degradato ieri ben nove banche greche, inclusa la Banca nazionale di Grecia, la più importante del Paese, e la Alpha Bank.
Anche per far digerire il piatto ai contribuenti tedeschi, al piano di salvataggio dovrebbe partecipare un pool di banche organizzato dal numero uno della Deutsche Bank, Josef Ackermann. Il ministro delle Finanze Wolfgang Schauble ha già dato il suo benestare. Oltre alle banche potrebbero far parte del pool assicurazioni e società industriali, che sottoscriverebbero parte delle emissioni di titoli greci.

Nei mercati internazionali, dopo l’euforia di giovedì, ha prevalso la prudenza: si sono visti molti segni meno, ma l’euro ha tenuto bene sul dollaro.

Commenti