«Bmw apre ad altri orizzonti Serie 2 ci porta nuovi clienti»

Il neo numero uno in Italia: «Sono un ottimista per natura. La vera ripresa ci sarà se il governo accoglierà le istanze del settore». Nelle concessionarie ecco il Product genius

nostro inviato a Ginevra

«Nel 2015 il gruppo Bmw si distinguerà per la massiccia offensiva di prodotti, ben 15. Penso che sarà un buon anno. Al Salone di Ginevra presentiamo alcune di queste novità, come la nuova Serie 1, non un semplice restyling, e la Serie 2 Gran Tourer a sette posti, modello che ci apre altri orizzonti. Per non parlare delle Mini esposte: la 5 porte, l'edizione limitata Countryman Park Lane e la nuova John Cooper Works».

Alla vigilia dei festeggiamenti dei primi 100 anni della casa automobilistica bavarese, forte delle esperienze in Spagna e Singapore, in Italia è approdato (o meglio ritornato visto che ha ricoperto il ruolo di direttore vendite) Sergio Solero, 43 anni, dall'1 ottobre 2014 presidente e ad di Bmw Group nel nostro Paese. «Lo scorso anno - ricorda il manager - abbiamo infranto l'ennesimo record, vendendo nel mondo 2 milioni di veicoli e 123mila moto. Obiettivo del 2015 è battere altri primati. Siamo tutti concentrati su una crescita ragionevole e profittevole».

Presidente, con lei torna a essere italiano il responsabile di Bmw Group in Italia.

«La militanza di 18 anni in Bmw mi ha assicurato una forte conoscenza dell'azienda dall'interno. A Monaco hanno deciso di puntare su manager locali visto il momento delicato che alcuni mercati stanno attraversando».

Che cosa le è rimasto dalle esperienze in Spagna e in Asia?

«Quella di Singapore è una realtà molto diversa, multietnica, dove il rapporto con il team e i concessionari esige una grande attenzione nei confronti delle esigenze di ciascuno di questi soggetti. Sono popoli, quelli asiatici, dove le opportunità vengono viste sempre dal lato positivo. Questi popoli hanno una gran voglia di fare e di superare i problemi. È un insegnamento per tutti noi occidentali. In Europa abbiamo un po' perso questo spirito».

Adesso che guida Bmw Group Italia quali obiettivi a medio e lungo termine si è posto?

«Di fare il mio lavoro nel modo migliore possibile».

E a livello numerico?

«Quello verrà di conseguenza, sono un ottimista, un realista». In Italia il fisco non è amico dell'auto, anzi...

«Quello fiscale è un tema complesso, difficile da affrontare. Come Unrae abbiamo manifestato al governo l'esigenza, per il settore, di confrontarsi con una fiscalità più moderna. In Italia, infatti, è tuttora legata ai kW e non alle emissioni. La nostra fiscalità sulle auto aziendali, poi, è “unica” in Europa. Una volta sciolti questi nodi, ci sarà la vera ripresa del settore, da sempre traino dell'economia».

Sui concessionari state adottando una strategia unica denominata «Future retail».

«Il nostro dealer integra tutti i settori: nuovo, usato, post vendita, assistenza, servizi finanziari. Il servizio che si dá al cliente, nella fase di vendita e soprattutto assistenza, è fondamentale per fidelizzare e rafforzare l'immagine del marchio. “Future retail” vuol dire rivedere del tutto l'approccio al cliente, con il venditore che si siede al suo fianco e il Product genius, un super esperto di prodotto, rispondere a tutte le domande e accompagnare l'acquirente durante il test drive dell'auto. I riscontri sono ottimi».

Come viene selezionato il Product genius?

«La selezione è molto stretta ed è fatta insieme ai partner concessionari. A oggi, in Italia, vi partecipano giovani, neolaureati in varie discipline, con la passione per l'auto, la capacità di relazionarsi, di parlare e ascoltare i desideri della gente».

Serie 2: per Bmw una vera svolta vista anche la trazione anteriore.

«Siamo abituati alle sfide dopo i primi Suv premium (X5) e le roadster (Z3). Obiettivo della Serie 2 è portare da noi clientela nuova».

E come sta andando?

«Il 70% proviene da altre marche».

Le vostre elettriche i3 e i8...

«Tra questi due numeri c'è ancora molto spazio, hanno

affermato da Monaco. In Italia, rispetto ad altri Paesi, i risultati relativi alla mobilità elettrica arriveranno tra un po' di tempo. Non ci sono ancora le infrastrutture. E manca una vera cultura su questo tipo di mobilità».

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