Nella giunta di Confindustria del 22 marzo i tre saggi (Luigi Attanasio, Antonio Bulgheroni e Catervo Cangiotti) indicheranno entrambi i nomi dei candidati alla presidenza: Giorgio Squinzi e Alberto Bombassei. I due si giocheranno la designazione direttamente con i 187 membri di giunta. È questo lesito raccolto ieri a Milano alla vigilia degli ultimi incontri (in calendario oggi) tra i saggi e gli imprenditori chiamati a esprimersi per luno o per laltro.
Lipotesi di un ritiro di Bombassei, circolata prima del week end, è sfumata subito. E da ieri la posizione del patron della Brembo si è rafforzata: in suo favore si sono espresse associazioni di peso quali il Veneto, Ucimu, Federmacchine, Monza e Brianza, oltre a un pezzo da novanta quale Paolo Rocca. Bombassei rimane, almeno sulla carta, dietro a Squinzi (che in queste ore ha incassato lok di Anie, Cremona, Mantova, Sistema Moda, Moratti e Fossa). Ma può ora contare su una quota consistente di consensi, ben oltre il 15% minimo per andare in giunta, intorno alla quale, in questi prossimi 15 giorni, i «peones» potrebbero fare la differenza. Su questo punta mister Brembo.
Comunque vada, la corsa per la successone di Emma Marcegaglia si presenta avvincente come poche in passato. E non solo per la forza (e la capacità imprenditoriale) di entrambi i contendenti, ma soprattutto per le anomalie che si sono registrate nella contesa. Dalla spaccatura del gruppo-Montezemolo in due partiti, con lex presidente schierato per Bombassei e gli amici Luigi Abete (altro ex) e Aurelio Regina compatti per Squinzi; alla curiosa campagna del quotidiano lUnità a favore di Squinzi, il candidato appoggiato da Fedele Confalonieri, intrepretabile esclusivamente in chiave anti-Fiat, essendosi Marchionne dichiarato apertamente per Bombassei. Questultimo è intenzionato a giocarsi ora la sua partita fino in fondo, sostenuto dalla convinzione che in ogni caso non si tratterà di uno spoil system dove «il vincitore prende tutto»: se si arriverà al 22 in queste condizioni, il perdente potrà comunque dettare qualche condizione. Si pensi, per esempio, al prezioso Sole 24 Ore (gruppo controllato da Confindustria), per il quale lasse Squinzi-Marcegaglia già prevede la presidenza della società editoriale per la presidente uscente: unoperazione che fin da ora non sembra così facile.
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