Economia

Bonus fiscali e pagamenti elettronici: ecco la nuova stretta

A pagare il prezzo più alto sono coloro che hanno redditi superiori ai 240mila euro. Ma anche gli altri devono fare i conti con importanti novità

Bonus fiscali e pagamenti elettronici: ecco la nuova stretta

A partire dal primo gennaio 2020 è scattata una stretta sui bonus fiscali; una rivoluzione che potrebbe presto trasformarsi in una stangata per un certo numero di persone, a meno che i contribuenti non prendano adeguate contromisure.

Come spiega il quotidiano La Nazione, a pagare il prezzo più alto sono coloro che hanno redditi superiori ai 240mila euro, ma anche chi supera il tetto dei 120mila dovrà fare i conti con una possibile mazzata.

Gli altri, cioè quelli che stanno sotto questa soglia, dovranno obbligatoriamente pagare con bancomat, carte di credito o strumenti di pagamento tracciabili, nel caso in cui vogliano usufruire dei bonus fiscali. Andiamo con ordine e cerchiamo di capire come evitare brutte sorprese al momento della presentazione del 730.

Redditi superiori ai 240mila euro annui lordi

I contribuenti con un reddito superiore ai 240mila euro dovranno dire addio alle detrazioni al 19%. Ci sono poche esclusioni. Si salvano dalla rivoluzione gli interessi sul mutuo per la prima casa, i prestiti, i mutui agrari e le spese sanitarie. Tutto il resto rientra nella stretta del governo: dalle spese per i funerali a quelle veterinarie, passando dalla palestra alla retta della scuola dei figli. Perse anche le detrazioni sugli abbonamenti ai mezzi pubblici e per le erogazioni liberali.

Redditi compresi tra 120mila e 240 mila

Arriviamo adesso ad analizzare nel dettaglio la fascia di chi rientra tra un reddito annuo compreso tra i 120mila e i 240mila euro lordi. In questo caso scatterà una riduzione progressiva della detrazione d'imposta fino al suo completo azzeramento nei pressi dei 240mila euro.

Anche qui, spariscono le detrazioni al 19%, seppur in modo progressivo. Per ottenere lo sconto fiscale, dove previsto, le prestazioni devono essere saldate con strumenti elettronici o tracciabili. Facciamo un esempio: un cittadino di Bologna con un reddito di 130mila euro, al netto della prima casa, si troverà costretto a apgare 190 euro in più rispetto al 2029 sulle spese inerenti all'istruzione universitaria.

Redditi al di sotto dei 120mila

E chi sta al di sotto dei 120mila euro? Neppure questa platea è risparmiata dalla stretta. I contribuenti rischiano di perdere lo sconto fiscale per i pagamenti effettuati con strumenti non tracciabili. L'unica alternativa è pagare tutte le spese per le quali sono previste detrazioni con carte di credito, assegni bancari o bancomat. Due sono le eccezioni: l'acquisto di medicinali da banco con ricetta medica e il pagamento del ticket (ma solo per spese sanitarie incluse nel sistema sanitario nazionale).

Dunque guai a sgarrare perché, con la prossima dichiarazione fiscale, il rischio di inciampare in un ostacolo e incorrere in un vero e proprio salasso è altissimo.

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