Il blitz che ha silurato Alberto Minali togliendogli il timone di Cattolica spaventa il mercato: all'indomani del ritiro delle deleghe all'ad, entrato in rotta di collisione con il presidente Paolo Bedoni e con larga parte del cda, il titolo del gruppo assicurativo veronese ieri ha perso il 4,4% a 7,4 euro. Più o meno gli stessi livelli dell'autunno 2017, quando la Berkshire Hathaway di Warren Buffett era entrata nel capitale comprando il 9% messo in vendita dalla Popolare di Vicenza, allora in liquidazione, e dando fiducia alla strategia di Minali, arrivato a Verona il primo giugno dello stesso anno. L'effetto oracolo si era subito fatto sentire, le azioni di Cattolica avevano superato i 10 euro, con una corsa alimentata anche dalle scommesse sulla trasformazione in spa dell'assicurazione. Ipotesi ora più che mai tramontata, per la Borsa, visto che le divergenze tra cda e manager avrebbero riguardato proprio l'accelerazione di Minali verso questa svolta.
«Non cambia nulla nella strategia di business e continueremo a lavorare per rispettare gli obiettivi del piano industriale. I numeri dei primi due trimestri ci confortano», ha assicurato il direttore generale di Cattolica, Carlo Ferraresi dopo aver ricevuto le deleghe dell'ad. Ma gli analisti valutano negativamente l'avvicendamento al vertice che potrebbe avere ripercussioni sull'esecuzione del piano i cui target sono ambiziosi alla luce del contesto dei tassi di interesse. Equita ha ridotto il giudizio a hold (tenere in portafoglio) e tagliato l'obiettivo di prezzo del 10% a 9 euro e anche Banca Imi ha messo sotto esame le stime, il rating e il target price.
Le domande che si fanno nelle sale operative sono anche altre: che cosa farà Minali? E quali saranno ora le mosse di Buffett? L'ormai ex ad per adesso resta seduto in cda. In un gruppo dove i soci in assemblea contano uno, a prescindere da quante azioni posseggano, servono alleati forti. Considerando anche che la sfiducia è passata con 14 voti su 16.
Dalla sua parte potrebbe schierarsi la Fondazione CariVerona, che oggi ha in mano un 3,4% del capitale e ha definito «inaspettata» la decisione del board. Da Buffett potrebbe arrivare una sorta di moral suasion anche sugli altri azionisti e a Verona ieri si vociferava di una presa di posizione del vescovo, monsignor Giuseppe Zenti.
Mentre a Roma il blitz di giovedì avrebbe irritato l'Ivass, l'istituto di Vigilanza sulle assicurazioni, che già prima dell'ultima assemblea di primavera era scesa in pressing su un rinnovamento in termini di competenze e qualità del Consiglio. E che nei giorni scorsi ha inviato un'altra lettera a Cattolica per avere lumi sull'iniziativa di due azionisti che avevano chiesto di accedere al libro soci per convocare un'assemblea straordinaria sulla revisione delle regole di governance.
Nel frattempo, Minali ha scritto una mail ai dipendenti: «Non serbo rancore nei confronti di coloro che mi hanno tolto la fiducia professionale, convinto che si tratti di una decisione
profondamente sbagliata. Ho appreso questa notizia nella stessa sessione consigliare, non senza sorpresa e con quel senso di amarezza che si sperimenta quando si sa, in coscienza, di aver compiuto il proprio dovere professionale».
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