Brembo punta 117 milioni sul Messico

Via al nuovo impianto. Bombassei: «Qui la produzione 4.0»

Pierluigi Bonora

Escobedo Brembo potenzia la sua presenza in Messico e allo stesso tempo nel mercato Usa. Con il taglio del nastro avvenuto ieri a Escobedo, nello Stato messicano di Nuevo León, a un'ora di volo da Houston (Texas), Brembo battezza il suo primo impianto nel Paese costruito da zero. In Messico, infatti, l'azienda bergamasca era già presente dal 1966 a Puebla, grazie a una joint venture, e ad Apodaca, dove nel 2007 ha acquisito un sito dall'americana Hayes-Lemmerz. Contando anche le due fabbriche nel Michigan e chiusa la joint venture di Puebla, salgono ora a quattro gli impianti di Brembo nell'area Nafta. E un quinto (fonderia), sempre a Escobedo, sarà pronto tra un anno. Brembo ha investito nello stabilimento di Escobedo, per la produzione di pinze freni in alluminio, 32 milioni di euro: 500 gli occupati a regime e un giro d'affari annuo stimato in oltre 100 milioni. Altri 85 milioni sono destinati al sito in via di costruzione dove troveranno posto ulteriori 200-250 persone.

«Lo stabilimento è stato realizzato in un anno, a tempo di record - spiega il presidente Alberto Bombassei -: il fatto di essere qui trova ragione nella sempre maggiore presenza produttiva di Case auto, anche da Europa e Asia». Il Messico, del resto, si avvia a diventare la nuova «Motor Valley» mondiale: la posizione baricentrica tra Nord e Sud America, gli sgravi e gli incentivi messi in campo dal governo per attrarre investimenti, il costo competitivo della manodopera e la possibilità di esportare, grazie all'accordo Nafta, negli Usa, fanno da calamita alle aziende del settore. Fca, nello stabilimento di Toluca, produce anche la gamma Fiat 500 per il mercato americano, e motori in un altro impianto. Non è un caso che le principali pubblicità che si notano nel vicino aeroporto di Monterrey e lungo la strada che porta a Escobedo, riguardano auto (soprattutto coreane e giapponesi) e imprese che si propongono di costruire nuovi impianti. Il Messico tra 5 anni sarà il secondo Paese esportatore di auto, nel mondo, dopo il Giappone.

Per Brembo la nuova fabbrica sarà anche il primo esempio nel Paese di produzione 4.0. «Saremo all'avanguardia per le tecnologie - aggiunge Bombassei - e stiamo formando a questo proposito il nostro personale». «Puntiamo sul Messico - afferma il vicepresidente Matteo Tiraboschi - per ragioni di business. Il Nafta vale per Brembo circa il 30% dei ricavi, cioè 600 milioni. E contiamo di raggiungere 1 miliardo di fatturato.

Il nostro obiettivo è di continuare a crescere nel mondo: abbiamo un piano che prevede, al 2018, investimenti per 500 milioni di dollari». Dall'altra parte del mondo, intanto, sono partiti i lavori per la costruzione di un quinto sito in Cina, «gemello» di quello realizzato a Escobedo.

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