Economia

Brexit, pressioni su Deutsche Bank per spostare capitali in Germania

Secondo le rivelazioni del Financial Times, la Bce sta premendo su Deutsche Bank per spostare i suoi asset da Londra a Francoforte. E ora si teme la fuga di capitali

Brexit, pressioni su Deutsche Bank per spostare capitali in Germania

Deutsche Bank è pronta a spostare centinaia di miliardi di euro di investimenti dalla City di Londra a Francoforte, in Germania. Le pressione da parte dell'Unione europea e della Banca centrale europea sono diventate sempre più forti. E l'istituto tedesco è costretto a rivedere i piani per la Gran Bretagna per il periodo successivo alla Brexit.

Come rivela il Financial Times, il piano interessa l'eventuale trasferimento in Germania di circa tre quarti degli attivi di bilancio di Deutsche Bank nel Regno Unito, stimati complessivamente in 600 miliardi di euro. Da quanto ha potuto sapere il quotidiano economico-finanziario, i supervisori della Bce hanno avviato una forte campagna di pressione sull'istituto tedesco affinché aumentasse capitale e liquidità in Germania per essere conforme alle regole per le eventuali filiali in un "Paese terzo", ciò che sarà il Regno Unito quando la Brexit diventerà realtà, e cioè a marzo del 2019.

Le fonti vicine alle trattative parlano di pressioni talmente forti da costringere Deutsche Bank a modificare i suoi piani britannici trasformando il suo braccio a Londra in una società sussidiaria controllata. Sarebbe questo il programma della banca tedesca per i suoi asset nel Regno una volta realizzata l'uscita di Londra dall'Ue. Una scelta che potrebbe avere un impatto minimo in termini di occupazione, ma enorme a livello finanziario.

Da sempre la City è stata preoccupata dalla fuga di capitali in caso di uscita dall'Unione europea. E adesso, a poco meno di 200 giorni dalla Brexit, oltre alle preoccupazioni delle banche per i dubbi su come avverrà la Brexit, sulle tempistiche e sui relativi accordi con Bruxelles, si aggiunge anche la minaccia della Bce di un controllo asfissiante sugli istituti di credito che manterranno filiali in Gran Bretagna.

Un nuovo scoglio per Theresa May, costretta a districarsi nelle difficili trattative con l'Europa.

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