Economia

Il caldo fa slittare l'accensione dei riscaldamenti: come cambia il calendario

Il caldo di questo autunno ha convinto diversi comuni a far slittare l'accensione dei riscaldamenti. Ecco come cambiano i calendari

Il caldo fa slittare l'accensione dei riscaldamenti: come cambia il calendario

Un autunno anomalo, questo del 2022, ma in tempi di crisi energetica gioca decisamente a nostro favore, dato che il caldo fuori stagione che stiamo registrando in Italia permetterà di rimandare di qualche giorno l'accensione dei riscaldamenti senza provocare troppi disturbi alla popolazione.

Un autunno molto mite

In tante città d'Italia, infatti, è stata presa la decisione di allungare un po' con i tempi, risparmiando energia. A inizio settembre, il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani aveva già previsto un calendario di accensione dei riscaldamenti finalizzato a tutelare il Paese in caso di blocco delle forniture di gas. La preoccupazione era tanta, molti cittadini temevano i primi freddi, e invece il clima ha giocato a nostro favore.

Il 2022 si conferma, come affermato dai meteorologi, come l'anno più caldo dal 1800. Ciò tornerà utile per affrontare eventuali limitazioni dal punto di vista energetico. Questo mite autunno sta facendo slittare di suo l'accensione dei riscaldamenti nelle strutture pubbliche e private.

Milano parte dalla fine di ottobre

Nel capoluogo meneghino si parla della fine di questo mese, ossia il 29 di ottobre. Il sindaco Beppe Sala ha firmato l'ordinanza per la riduzione del periodo di esercizio degli impianti termici a combustione a uso riscaldamento. Naturalmente il posticipo non riguarda ospedali e strutture di ricovero, scuole materne, asili nido, piscine, saune ed edifici adibiti ad attività industriali e artigianali.

Torino segue Milano

Dello stesso avviso anche Torino. Il sindaco Stefano Lo Russo ha deciso di seguire l'esempio di Beppe Sala e, al termine delle istruttorie tecniche, ha annunciato la sua intenzione di firmare un'ordinanza per rimandare l'accensione degli impianti al prossimo 29 ottobre. "È un'ordinanza che, qualora il meteo dovesse peggiorare, potrà essere modificata in qualsiasi momento", ha precisato Lo Russo, come riportato dalle agenzie.

Slittano al 29 ottobre anche Bergamo e Cremona, mentre a Varese e a Pavia si pensa al 31 di ottobre.

Fa caldo anche a Verona

Una decisione simile è stata presa anche nella città veneta, dove addirittura si parla di accendere i riscaldamenti a partire dal 2 di novembre. "Un'ordinanza che sarà revocata qualora le condizioni atmosferiche cambiassero e ci fosse più freddo" ha dichiarato l'assessore all'Ambiente Tommaso Ferrari. "Un provvedimento che va incontro all'esigenza di contenere il consumo di gas, in linea con la sensibilità dell'Amministrazione sui temi legati alla sostenibilità ambientale. Naturalmente il provvedimento non si applica ai luoghi in cui sono presenti persone fragili, malate o bambini piccoli, per i quali l'attenzione è sempre massima" ha aggiunto.

Roma, Firenze, Pescara e Foggia dall'8 novembre

Si posticipa ancora di più al centro. A Roma, Firenze, Pescara e Foggia, che si trovano in zona D, gli impianti verranno avviati a partire dall'8 novembre. E si parla di un massimo di 11 ore giornaliere di accensione.

Nel resto del centro, e in alcune città del nord, si partirà, salvo cambiamenti, dal 22 ottobre. Bologna e Imola, ad esempio, hanno comunicato la loro intenzione di rimandare al 2 novembre.

A Trento, e nel resto dell’arco alpino, non ci saranno ovviamente limitazioni.

Il meridione e le isole

Nel sud Italia e nelle isole, dove il caldo prevale ancora adesso, si parla addirittura dell'8 dicembre. Sicilia e le sue isole, come Lampedusa, rientrano in zona A, e i riscaldamenti saranno attivati dall'8 dicembre e solo per 5 ore al giorno.

Stesso discorso per Campania e Puglia: si accenderà a partire dall'8 dicembre, e per 9 ore al giorno.

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