Economia

Via al cantiere per la rete 5G Giacomelli: una rivoluzione

Tim e Fastweb investono 60 milioni per l'infrastruttura a Bari e Matera. Entro giugno attesi i primi servizi

Maddalena Camera

nostro inviato a Bari

Per il sottosegretario alle tlc Antonello Giacomelli il 5g rappresenta «un nuovo paradigma che somiglia al passaggio dal telefono fisso al mobile». Un paragone forse un po' spinto per una tecnologia che rimarrà per lungo tempo ancora sconosciuta ai più. Per gli utenti consumer infatti i risultati concreti si vedranno solo in caso di bisogno, probabilmente per gestire applicazioni medicali che arriveranno prima dell'auto che si guida da sola. Il 5G sarà la rete delle cose connesse. Un passaggio importante. Tanto che Tim e Fastweb, accompagnati dallo sponsor tecnico Huawei, sono pronte a investire 60 milioni di euro in 4 anni per il 5G a Bari e Matera. Sia ben chiaro, le due città del Sud sono state scelte dal Mise, il ministero dello Sviluppo economico per la sperimentazione della tecnologia. Poi c'è Milano affidata a Vodafone, Prato e L'Aquila per Wind Tre. Verrà realizzata una piattaforma digitale aperta per lo sviluppo di servizi e applicazioni supportate dalla rete 5G con 52 partner, tra cui sette centri universitari e di ricerca, 34 grandi imprese e 11 pubbliche amministrazioni.

I primi esperimenti, a regime saranno oltre 70, partiranno entro giugno 2018. La rete raggiungerà il 75% di copertura entro la fine del prossimo anno. Mentre la copertura integrale è prevista entro il 2019. A Bari la rete 5G migliorerà la sicurezza del porto, il controllo degli accessi e la logistica per le operazioni di carico e scarico, che saranno automatizzate, grazie a soluzioni Iot (Internet of Things). A Matera, capitale europea della cultura 2019, si punterà sul turismo. Bari non è nuova ad esperimenti tecnologici. Proprio qui partì, nel lontano 1996, il progetto Socrate di Telecom con cui si voleva portare la fibra in tutta Italia con un investimento da 13mila miliardi di vecchie lire. Quell'esperimento fallì, così dopo 20 anni la rete in fibra non è ancora estesa come dovrebbe essere. Ora ci sono ben due società intente a realizzarla: la stessa Telecom, diventata Tim, e Open Fiber partecipata da Enel e Cdp. La partita, però, si fa complicata perché Tim è controllata dai francesi di Vivendi ed è per questo che il governo ha messo alcuni vincoli sulla sua rete tramite il golden power. Giacomelli nega forzature per fare della rete di Tim e di Open Fiber una unica società anche se ammette che un accordo sarebbe ben visto. Quanto alla gara per le frequenze necessarie al 5G, il governo ha scelto di non escludere nessuno. Ieri il Senato ha approvato un ordine del giorno con alcuni paletti. La gara frequenze 5G (prevista a settembre 2018) dovrà contenere misure atte a favorire la concorrenza come l'adozione di lotti minimi; così non solo i grandi operatori potranno partecipare alla nuova frontiera dei servizi tlc.

Intanto il governo venerdì ha pronto un decreto che attenua le sanzioni per Tim sul fronte della violazione del decreto golden power.

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