Il Covid-19 mette a dura prova non solo la tenuta di un settore, come quello dell'automotive che vale, nella sola Europa, oltre 14,6 milioni di occupati, ricavi pari al 7% del Pil dell'Unione europea e 60,9 miliardi di investimenti annui in ricerca e sviluppo, di cui buona parte destinati alla decarbonizzazione. A subire un importante contraccolpo, infatti, sono anche le casse del fisco. L'ultimo dato, in proposito, arriva dal calo dei consumi di carburanti nel nostro Paese.
A fare un po' di conti è Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor): i proventi per l'Erario derivanti da Iva e da accise su benzina e gasolio auto sono scesi di 5,6 miliardi, passando da 26,5 miliardi, tra gennaio e settembre 2019, a 20,9 miliardi. «Il riaccendersi dell'emergenza coronavirus - afferma Quagliano - determinerà una nuova forte contrazione della mobilità e, quindi, dei consumi di benzina e gasolio che potrebbero produrre, nel 2020, un calo di 15,1 miliardi nella spesa complessiva e un calo del gettito pari a 7,3 miliardi». Una perdita per il fisco che potrebbe salire - sempre secondo Promotor - di altri 2,7 miliardi considerando il mancato rifinanziamento degli incentivi relativi alla fascia di mercato dell'auto più richiesta (91-110 grammi/km di CO2 emessa): 100 milioni andati esauriti, a settembre, in meno di due settimane. Restano comunque gli sconti generosi applicati dai concessionari. Il settore, comunque, guarda con preoccupazione a possbili nuovi drastici provvedimenti da parte del governo capaci di azzerare gli sforzi sostenuti negli ultimi mesi.
In allarme, come detto, è il comparto petrolifero (raffinazione e distribuzione), come sottolineato da Claudio Spinaci, presidente di Unem, la neonata Unione energie per la mobilità (ex Unione petrolifera) alla recente assemblea. Un cambio di nome per sottolineare il sempre maggiore impegno verso la decarbonizzazione.
Nei primi nove mesi del 2020, tornando a Promotor, le quantità vendute alla pompa hanno subito un calo del 18,9% sullo stesso periodo dello scorso anno. Ancora più forte è stata la contrazione della spesa che è calata del 26,4%, passando da 43,6 miliardi del gennaio-settembre 2019 a 32,1 miliardi, e ciò perché al calo dei consumi si sono accompagnate anche consistenti diminuzioni dei prezzi medi ponderati. Per la benzina si è passati da 1,572 euro al litro dei primi nove mesi del 2019 a 1,443 euro al litro dello stesso periodo del 2020, mentre per il gasolio si è passati da 1,481 a 1,340 euro.
Per l'auto, infine, le ultime rilevazioni di Acea (Associazione dei costruttori europei) illustrate dal presidente di turno, Mike Manley, ad di Fca, palesano in tutta la loro crudezza gli effetti della pandemia. Tra gennaio e settembre è andata persa una produzione di 4.024.036 veicoli, il 22,3% dei volumi del 2019 per un danno di 122 miliardi, destinato ad aumentare.
Acea stima un calo delle vendite del 25% al quale si uniscono le conseguenze di una «hard Brexit» per almeno 110 miliardi nei prossimi 5 anni. «C'è urgente bisogno di trovare modi per superare questo momento con il minimo danno a occupazione e investimenti, mantenendo allo stesso tempo una forte attenzione alla sfida climatica», le parole di Manley.
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