Economia

Carige avvia la fase due e studia il risiko

Boccuzzi presidente. La Procura indaga sull'ex ad Fiorentino: "Io sereno"

Carige avvia la fase due e studia il risiko

Nuovo assetto al vertice di Carige che si prepara a voltare pagina prendendo parte probabilmente al risiko, mentre l'ex ad Paolo Fiorentino è stato indagato per aggiotaggio dalla Procura di Milano in relazione ai conti del primo semestre del 2018. Ieri l'assemblea degli azionisti dell'istituto genovese ha nominato rispettivamente presidente e vice Giuseppe Boccuzzi e Paolo Ravà che andranno ad affiancare l'ad Francesco Guido in quello che, a tutti gli effetti, dovrebbe essere l'anno della rinascita del gruppo dopo il commissariamento del 2019 concluso a gennaio 2020.

I due manager sono stati candidati dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (che, con l'80% del capitale, è primo azionista di Carige) in seguito alla scomparsa di Vincenzo Calandra Buonaura e alle dimissioni di Angelo Barbarulo. Boccuzzi (ex direttore generale del Fitd) e Ravà (presidente dell'ordine dei commercialisti di Genova), così come gli altri membri del board, rimarranno in carica fino all'approvazione del bilancio 2022. E i prossimi saranno mesi bollenti. Starebbero entrando nel vivo le trattative tra Fitd e Cassa Centrale Banca (all'8,3% del gruppo ligure) che, in base agli accordi del 2019, potrebbe esercitare il diritto di acquisto sulla partecipazione in mano a Fitd entro fine anno (con due finestre: una al 30 giugno e una al 31 dicembre). La scelta non è semplice per la banca trentina che, a sua volta, è oggetto delle avance di Iccrea. Peraltro, qualora Cassa Centrale Banca dovesse tirarsi indietro, Carige potrebbe attrarre altri interessi. Nel frattempo, a due anni dalla sospensione delle contrattazioni, i legali sarebbero già al lavoro per predisporre la corretta informativa al mercato richiesta da Consob per tornare in Borsa.

Quanto all'indagine della Procura di Milano - avviata in seguito alla denuncia dei Malacalza (ex azionisti di riferimento del gruppo) - l'ipotesi allo studio è quella di una alterazione del mercato per la mancata comunicazione, nel bilancio semestrale del 2018, delle svalutazioni dei crediti emerse successivamente nei conti dei nove mesi (per 219 milioni). «Sono cose vecchie e conosciute le comunicazioni sono di tantissimo tempo fa» ha dichiarato all'Agi lo stesso Fiorentino che aggiunge: «È da un anno e mezzo che non sento la magistratura.

Sono tranquillissimo: ho operato in trasparenza».

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